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Martedì, 16 Aprile 2024
Romeni d'Italia

Romeni d'Italia

A cura di Miruna Cajvaneanu

"Io, sopravvissuta, contro violenza e pregiudizi"

“E’ stato terribile, in meno di un secondo è successo tutto. Ho sentito i vestiti e il mio corpo avvolti dalle fiamme. In quel momento, mi sono tornati in mente ogni fallimento e ogni successo della mia vita. Ho sentito un dolore atroce e ho pensato che la mia vita finiva lì, in quegli istanti” – così mi raccontava la sera di 5 settembre 2011 Gina Ciobotaru, la  ragazza romena che nel 2011, a 24 anni, è stata date alle fiamme a Moncalieri dall’uomo che diceva di amarla. 

I medici le hanno dato poche speranze di vita, invece lei ha lottato per sopravvivere per 14 lunghi giorni. Dopo due settimane di coma indotto, ha iniziato il lungo percorso di guarigione. “Ho voluto rialzarmi, per poter dimostrare a tutti e a me stessa che sono forte e che posso riscattarmi”, mi raccontava, quando finalmente è tornata a casa, per proseguire la sua convalescenza. 

“Non tutte le persone sono come sembrano. Non sempre riesci a capire cosa succede dentro la loro mente. Proprio dove tutto sembra perfetto, lì, il cuore delle cose è marcio. Dove tutto può sembrare di avere un senso, sotto trovi un caos”. 

Cinque anni dopo, ieri, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, Gina Felicia  (nome che richiama anche in romeno la felicità), ci racconta come è cambiata la sua vita dopo quella tragica sera di settembre. 

“Sono passati 5 anni, anche se a me sembra ieri. Tutto tutto e cambiato da allora. Ma ho imparato a perdonare prima di tutto e a sorridere di nuovo. anche se non lo faccio con tutta me stessa. E’ tutto difficile, qualche volta diventa tutto quasi impossibile . Sembra un tunnel, qualcosa senza fine. Dire di rifarsi la vita è in realtà un tentativo di essere ciò che non si e più. Si cerca l'accettazione che niente sarà più come prima. 

Ma si vive molto molto più intensamente ogni attimo della vita. Si apprezzano le piccole cose che la vita ti regala, e si va avanti”.
E’ stata fatta giustizia? Felicia esita a chiamarla così: “Qui avrei tanto da dire. Dicono che lui è già uscito a settembre di quest'anno. Non lo so. Su 7 anni ne ha fatti 5. Lui e libero e io sopravvivo. Non so se questa può essere chiamata giustizia.

Che consiglio può dare alle ragazze e donne che vivono un rapporto difficile, quali sono i segnali che si devono prendere in considerazione per evitare atti violenti?

“In ogni rapporto esistono litigi. Niente e nessuno e perfetto al mondo. Ma, quando la gelosia inizia a farsi sentire più del dovuto, quando piano piano l'amore si trasforma in una gabbia, quando si ha paura di quello che può pensare l'altro quando magari esci a prendere un semplice caffè con le amiche o vai a trovare i genitori, quando ti senti controllata e non più "padrona" della propria vita, ecco, quello non è più amore. Ci sono dei segnali che dovrebbero farci pensare. Quando si arriva anche a uno schiaffo, è meglio lasciar perdere tanto non cambierà mai. Se non in peggio.
Il mio consiglio è quello di denunciare, denunciare ogni tipo di violenza. E andarsene al primo segnale di un amore malato. Perdonare in questi casi porta solo la cancellazione della tua identità fisica e psichica. Porta dolori lividi sangue, tomba...e fiori. Denunciate, non avete paura! Nessuno ha il diritto di alzarci le mani!

Ci sono casi di violenza quando si insiste sulla nazionalità. Esistono i pregiudizi?
“Penso che esistono dei pregiudizi della gente alimentati dalla cronaca nera, la violenza domestica in particolare, in cui i carnefici sono romeni,  Purtroppo tanti mettono l’etichetta “delinquente” e si fermano a ciò che sentono. Generalizzano puntando il dito contro tutti e tutte.

Ma io non ho mai generalizzato e non lo farei mai. Il mio aggressore è stato un uomo italiano, ma non tutti gli italiani sono uguali. Non tutti sono cattivi e violenti. No! Come noi romeni non siamo tutti ladri e cattivi. Ho imparato a farmi scivolare addosso tante di quelle offese che non ricordo più tutte le volte che mi hanno riempita di fango. Sono romena e sono fiera delle mie origini. Sono qui oggi e sorrido ancora, vivo, amo di nuovo, credo nel domani e sogno un futuro da costruire !

I pregiudizi io non so cosa siano! Io sono uguale a te che leggi, uguale a tutti gli altri parlo solo una lingua diversa e sono soltanto nata in un altro paese! Tutti gli alberi hanno il frutto marcio, ma tutti gli anni gli stessi alberi fioriscono di nuovo. 
Combattere i pregiudizi è invece come pulire dalle mele marce l’albero e vederlo fiorire ogni primavera,  nel percorso di una vita!

"Io, sopravvissuta, contro violenza e pregiudizi"

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