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Romaneggiando

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A cura di Claudio Colaiacomo

C'era una volta la sala Pichetti, la mejo sala da ballo de Roma

Musica techno, raggi laser e ragazzi alla moda infiammano le serate della nota discoteca Alien in via Velletri 13, un locale con la vocazione del ballo da diversi decenni. La situazione era molto diversa qualche decennio fa; qui negli anni Sessanta aveva sede la notissima sala Pichetti, da inizio secolo un punto di riferimento per la musica dal vivo e il ballo.

Svolgeva sia il turno serale sia quello diurno, un locale a buon mercato e piuttosto popolare, prediletto da militari in libera uscita, cameriere e gente di passaggio a Roma. Nonostante il palco fosse frequentato da piccole orchestre di dubbia qualità, era comunque un luogo utile per conoscere nuova gente e tentare i primi timidi approcci alle ragazze, roba da “signorina scusi permette un ballo?”.

Nonostante il rock and roll che bussava ormai alle porte, nella sala Pichetti si danzava al ritmo di tango e mazurca per i più esperti, intervallati a tratti da semplici balli di gruppo, ottimo espediente per rompere il ghiaccio. Uno di questi balli era “la raspa del Canada” un ballo ritmato da danzare con semplici saltelli, simile forse ai balli da discoteca moderni, dove la tecnica conta poco e ciò che importa è lasciarsi andare al ritmo. 

Le origini della sala si fanno risalire ancora più indietro nel tempo, agli anni Venti, quando aveva sede in via del Bufalo. A quel tempo, oltre che per il ballo, era un punto di riferimento per la musica jazz che qui si poteva ascoltare per pochi centesimi. Il vero antagonista di quel tempo era l’importante sala Apollo in via Nazionale, frequentata dalla borghesia romana, con spettacoli di artisti di diverso calibro. 


Da Roma perduta e dimenticata libro di Claudio Colaiacomo

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