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Romaneggiando

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A cura di Claudio Colaiacomo

I rivoluzionari trasteverini e la targa in via della Lungaretta

Si chiamano Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, di trentatré e ventiquattro anni rispettivamente, i due ultimi giustiziati dal governo pontificio prima della caduta del 1870. Era il 24 novembre 1868 quando le loro teste furono tagliate dalla ghigliottina, la loro colpa era di aver fatto saltare in aria una caserma pontificia nel rione Borgo uccidendo ventitré soldati e cinque civili.

Quell’atto sovversivo s’inseriva all’interno di tutta una serie di agitazioni e moti popolari fomentati a distanza da Giuseppe Garibaldi per indebolire il papa e preparare Roma alla liberazione, stimolando un’insurrezione popolare. I rivoluzionari preparavano attentati e organizzavano la resistenza in tutta la città. Famosi i combattimenti di villa Glori dove i fratelli Cairoli persero la vita resistendo contro i francesi. A Trastevere, covo d’insurrezione popolare, i soldati pontifici assaltarono il lanificio Ajani di via della Lungaretta. Morirono un gruppo di rivoluzionari trasteverini tra cui l’eroica figura della giovane Giuditta Tavani Arquati, trapassata al ventre da una baionetta. Oggi una grande targa poco visibile ne ricorda la memoria presso il civico 96 di via della Lungaretta.

Mentre a Roma il popolo si batteva e periva, Garibaldi era bloccato a pochi chilometri di distanza presso Mentana. Lo Stato pontificio era sotto invasione, viveva gli ultimi anni prima della sconfitta definitiva, a breve i bersaglieri avrebbero sfondato le difese cittadine presso porta Pia aggiungendo il tassello mancante a quell’eroica impresa che fu l’unificazione d’Italia.

Da Roma perduta e dimenticata libro di Claudio Colaiacomo


 

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