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Patrizia Prestipino

Patrizia Prestipino

A cura di Patrizia Prestipino

Due saggezze sono meglio di una sola

O il sindaco, rinunciando al metodo "curriculum a corrente alternata", torna all'essenza della legge e si assume in toto la responsabilità delle sue scelte; oppure si modifica la legge

I continui scivoloni della giunta Marino, e last but not least, le dimissioni "spontanee" e "subitanee" del super amministratore dell'Ama Ivan Strozzi, che ha persino battuto il record negativo di permanenza del povero comandante dei vigili nominato e subito defenestrato dal Sindaco perché privo dei requisiti necessari, offre lo spunto per una riflessione approfondita sul metodo di selezione della classe dirigente nelle grandi città.

Nel caso specifico, l'amministratore  delegato dell'Ama Strozzi si è dimesso, in quanto indagato per fatti riferibili a precedenti incarichi. Notizia che sembra fosse in rete già da da ottobre, ma che è evidentemente  sfuggita agli abitanti del Campidoglio. A questo punto non è illecito porsi qualche domanda: chi legge i curricula indirizzati al primo cittadino? Chi ne verifica la veridicità dei contenuti? Chi passa dalla scrematura alla scelta ? E, soprattutto, perché questo metodo si utilizza ad intermittenza (leggi per qualche assessore sì e per qualche assessore no) e non puntualmente per tutti i singoli casi?

Eppure la legge è chiara: al sindaco è data facoltà insindacabile di scegliere persone di sua fiducia, cosa che gli conferisce un grande potere, ma anche la responsabilità politica morale e amministrativa delle scelte che opera. Questa è la ragione per cui, a fronte degli errori di Alemanno nella selezione di determinati uomini, eravamo sempre puntualissimi nel chiederne le dimissioni.

Ora, è evidente che sul piano morale le vicende non sono paragonabili, però forse la scelta autonoma del Sindaco e del suo "cerchio magico", se da un lato stronca la deprecabile lottizzazione partitocratica, dall'altro non garantisce una adeguata risposta alle drammatiche problematiche della città, che i romani ormai vivono come vere e proprie emergenze.

Il legislatore si affidava alla "saggezza" del Sindaco che, da buon padre di famiglia, in un rapporto fiduciario esplicito, avrebbe scelto gli uomini migliori per la gestione della cosa pubblica.

A questo punto, a mio parere, non restano che due possibilità: o il sindaco, rinunciando al metodo "curriculum a corrente alternata", torna  all'essenza della legge e si assume in toto la responsabilità delle sue scelte; oppure si modifica la legge e, come avviene per i ministri negli Stati Uniti, le scelte del Sindaco vengono poi portate al vaglio di una delle tante Authority che proliferano nel nostro paese, e non è mai chiaro che ruolo e funzioni svolgano ma è chiarissimo quanto bene siano retribuite. E forse, per rimettere in piedi la città, due saggezze è meglio che one...

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