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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La Grande Bellezza di Francesco Totti

Doveva essere solo la presentazione di un libro. Doveva essere però anche la sua festa, perché il libro è stato presentato il giorno del suo compleanno. Poi qualcosa deve essere andato nel verso sbagliato. Sarà stata la location, o le luci. Oppure quell’aria fresca che preannuncia l’autunno. O forse l’organizzazione perfetta, o quel ricco parterre di ospiti amici e ammiratori. Oppure i cori dei tifosi rimasti fuori. 

Doveva essere solo la presentazione di un libro, eppure la serata di Francesco Totti è stata anche molto altro.

E’ stata la celebrazione di una carriera – epica, verrebbe da dire – e di un uomo, per il quale nessuno ha lesinato pensieri e lodi. Primo fra tutti, di essere, ancora, il ragazzino biondo che giocava a calcio nel campetto fuori la sua scuola media, il Giovanni Pascoli, la stessa di Virginia Raggi (“Andavamo alla stessa scuola? Ogni tanto ce andavo pur’io!”). Perché, come ha detto la sindaca “Francesco era già allora un rumore, una voce che lo precedeva”.

E’ stata un dialogo onesto e spassionato tra due amici – Francesco, in grande spolvero umoristico, nel glorioso luogo dei gladiatori – e Paolo Condò, coautore del libro Un Capitano (“In vita mia ho letto zero libri. Questo sarà il primo!”), edito da Rizzoli, perfetta nel ruolo di padrona della casa romana più famosa del mondo.
 
E’ stata il racconto sincero dell’iperbole calcistica dello sportivo italiano che per molti è una fede e, come tale, non si discute. Soprattutto a Roma, nella sua città, per amore della quale Francesco ha rinunciato a sogni più alti. Perché “due palloni d’oro, non avrebbero risarcito l’amore che avrei perso abbandonando la mia casa, la mia famiglia, i miei tifosi. Chi je lo diceva a mi’ madre?”.

E’ stata un’occasione per ricordare, emozionarsi, con i compagni di squadra, gli allenatori, che hanno conosciuto Francesco dentro e fuori dal campo. Per Daniele De Rossi l’idolo “che quando sono arrivato guardavo in modo particolare, ma poi ho smesso” (“Meno male sennò pensavo male!”), per Antonio Cassano “il vero motivo per cui ho scelto di venire a giocare nella Roma”, per Vincent Candela “la persona più importante, insieme a mia moglie, da quando vivo qui”.
Nonostante Francesco creda di aver privilegiato “Pendolino” Cafù ai danni del collega e amico francese: “in realtà passavo più spesso la palla a lui solo perché c’aveva quella voce in campo che per non sentirlo più je la tiravo”.

E’ stata un tripudio dei buoni sentimenti, di quelli che hanno fatto la differenza tra il calcio di Totti e quello che si gioca oggi: “ho sempre salutato tutti, rispettato i miei allenatori, i miei compagni. Sempre gentile, con il sorriso. Adesso quando entrano negli spogliatoi manco te guardano”.
Perché, come ha detto Claudio Ranieri, “tutti pensano che allenare un campione sia difficile. Non è vero. Allenare Francesco non lo è stato. Era, ed è, un Campione vero”.

Infine è stata lo spartiacque che segna nella vita di Francesco Totti la fine di un capitolo – quello calcistico – e l’inizio di una nuova storia, perché, come ha detto il Mister Di Francesco “è arrivato il momento di capire cosa vuole fare da grande”. Che non gli ha risparmiato un rimprovero, e un consiglio: “Prima hai detto che non hai mai letto un libro in vita tua. Sarebbe ora di iniziare, perché se vuoi che la tua nuova storia si altrettanto grande, hai bisogno di impegnarti molto. Io te lo auguro davvero”.

Doveva essere solo la presentazione di un libro, eppure la serata di Francesco Totti è stata anche molto altro.

Per quanto il suo addio sia stato spettacolare e commovente, i Campioni come lui non vanno mai via.
E alla domanda di Condò a De Rossi, “cosa ha lasciato Francesco nello spogliatoio?”, risponde direttamente lui, Totti: “Niente. Me so portato via tutto”.

Bugiardo.

La Grande Bellezza di Francesco Totti

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