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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lottavo Colle

Lottavo Colle

A cura di Daniele Nalbone

Un giorno "compagni", l'altro "sbirri": la sinistra romana gioca alle verginelle

Poche ore possono cambiare tutto. O, in questo caso, far calare qualche velo. Il "di lotta e di governo" è un assioma che non ha mai funzionato. E oggi, dopo l'assalto dei movimenti nelle sedi di Pd e Sel in via delle Vergini, ne abbiamo la prova

I movimenti occupano. Protestano sul tema sempre più caldo, a Roma e non solo, dell'emergenza abitativa. Ce l'hanno con tutti e non risparmiano nessuno: dal governo nazionale a quello locale. Da Renzi a Marino passando, ovviamente, per il ministro Alfano e i deputati alla sicurezza della capitale. La questione, da spiegare, è semplice: il problema della casa è sociale, non può ridursi a ordine pubblico. Davanti a ogni occupazione decine di telecamere. E, puntuali, ecco gli esponenti politici che sui banchi del Campidoglio siedono "più a sinistra". Sel in primis. Arrivano per portare solidarietà ai movimenti. Per dire che, "sì, Roma è la città dell'emergenza abitativa. Che, sì, è giusto occupare. E soprattutto che, sì, non può ridursi tutto a un problema legalitario".

Passano poche ore. I movimenti, gli stessi che hanno occupato, vengono sgomberati. Qualche occupazione resiste, altre cadono sotto scudi e manganelli. "Occupare è reato, chi occupa è criminale". Un assioma tutto giuridico ma che non ha niente di sociale. A coordinare le operazioni sono le forze di polizia. Ad applaudire agli agenti che riportano da un lato l'ordine, dall'altro rimettono in strada decine di famiglie, vari esponenti del Pd. Quel pezzo di Pd ritenuto dai movimenti (e dai politici "pìù a sinistra" di Roma) vicino a costruttori e cooperative. 

E qui scoppia la contraddizione. Sel è con gli occupanti. Il Pd con gli "sgomberanti". Eppure le due forze politiche, a Roma, governano insieme.

Il giorno dopo gli sgomberi, la reazione dei movimenti. In cento fanno irruzione negli uffici di Pd e Sel in via delle Vergini. Entrano come sono soliti fare, senza bussare. Senza chiedere permesso. E, come spesso accade, si accende qualche momento di tensione. A farne le spese un paio di piante, due estintori e, secondo quanto riportato da Pd e Sel (ma i movimenti negano l'aggressione) due lavoratrici dei due partiti della maggioranza di governo. A ognuno scegliere da che parte stare: se con i movimenti o contro i movimenti. Singolare, però, che a scagliarsi contro i movimenti siano anche gli esponenti di Sel che poche ore prima si facevano fotografare insieme ai "compagni" con la testa rotta dagli "sbirri". Ora che i movimenti sono entrati in casa loro, i "compagni" sono diventati "sbirri" e loro, in veste più di governo che di lotta, si mostrano solidali con quelli del Pd che per l'occasione non sono più filo-costruttori e filo-cooperative.

In poche ore cade il velo. In poche ore si assiste, ancora una volta, alla dimostrazione che il "di lotta e di governo" è un assioma che non ha mai funzionato e mai funzionerà. Almeno fino alle prossima competizione elettorale. Perché se è vero che ieri, 9 aprile 2014, i movimenti sono stati dei nemici o, per dirla in maniera più edulcorata, "compagni che sbagliano", è altrettanto vero che il prossimo 25 maggio quegli stessi "compagni che sbagliano" tornaranno ad essere bacino elettorale dal quale attingere per fare in modo che i voti agli (ex) esponenti di movimento inseriti in lista riescano, magari, a far eleggere qualcuno che poi, un giorno, potrebbe ritrovarsi a governare con il Pd di Renzi. Quel Pd che lontano dalle elezioni è "filo costruttori" ma che poi, per magia, magari in cambio di qualche assessorato, può tornare utile come interlocutore per la costruzione di un nuovo centrosinistra. Ora bisogna solo capire se sarà un centrosinistra "di compagni" o "di sbirri".  

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