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Lottavo Colle

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A cura di Daniele Nalbone

San Lorenzo

A San Lorenzo arrivano “le Torri dell’Eur”

Quel fallito progetto di valorizzazione del patrimonio marchiato Fintecna torna "paro paro" in quel di San Lorenzo. Obiettivo: un nuovo centro commerciale e ancora case. Ma San Lorenzo dice no...

Sì, avete capito bene. Le “Torri dell’Eur”, quello scheletro post bellico simbolo del fallimento della progettazione “pubblico+privato”, arriveranno a San Lorenzo. Per la precisione proprio sotto la Tangenziale, non appena oltrepassato il ponte ferroviario dello Scalo. Non è una provocazione. E’ un modello di sviluppo che si ripete, che si ripropone, che fallisce ma poi ritorna.

Stavolta tocca – toccherebbe – a San Lorenzo diventare laboratorio di qualcosa che è già stato messo in atto. Ed è già fallito. Ma evidentemente a chi governa la città poco importa, e poco deve importare, se quello che si vorrebbe fare del territorio è già provato essere un flop. L’importante è ricominciare. L’importante è (provare a) far ripartire la macchina.

E così al posto dell’ex Dogana di Roma, al posto di quell’edificio che fino a poche ore fa ha ospitato una mostra sulla street art, dovrebbe sorgere un nuovo centro commerciale. L’ennesimo centro commerciale. Chi possiede quell’area, prima ancora che quella struttura, e parliamo di Fintecna, ha già da tempo sulle scrivanie un progetto che vorrebbe trasformare un luogo che potrebbe essere una risorsa per il quartiere nell’ennesimo non luogo di Roma.

Ed eccoci alle Torri delle finanze. La decennale storia di quelli che oggi son solo dei ruderi la sappiamo bene. Parte dalla speculazione firmata Veltroni e Morassut, passa per l'inutile tentativo di salvataggio di Alemanno e Corsini e arriva fino all'accettazione del fallimento di Marino e Caudo. Bene, quel progetto sta per tornare alla carica in quel di San Lorenzo. O meglio, quel modello.

Come le Torri delle Finanze, anche l’operazione ex Dogana di Roma è marchiata Fintecna. Ergo, Cassa depositi e prestiti. Ergo, ministero dell’Economia ma con una sedia "di Cda" per le fondazioni di ogni grande gruppo bancario italiano. Con Fintecna, stavolta, non ci saranno i vari Toti, Marchini, Ligresti e compagnia ma i Fratini con il gruppo Fingen, l’immancabile Marie Tecnimont Spa e l’onnipresente Pirelli Re. Tre società diverse (chi nasce come gruppo d’abbigliamento, chi come gruppo ingegneristico, chi come semplice agenzie immobiliare) ma che poi si inserisce sui binari del Real Estate. Detta “alla San Lorenzo”, speculazione immobiliare.

La storia è semplice: laddove c’era un patrimonio pubblico, quello delle ferrovie, si valorizza. Per valorizzare un’area chiusa e vuota si “privatizza”. Per privatizzare si finge di aprire quell’area alla cittadinanza con una mostra temporanea sull'arte di strada. Il tutto per richiudere poi il cancello, demolire e far arrivare (voci di quartiere dicono ...) un bel supermercato Esselunga a far da centro d’aggregazione per circa 19mila mq di nuova superficie (grazie al piano Casa di Zingaretti) da destinare a nuove abitazioni (il 42% del totale), a commerciale (il 30%) a produttivo (il 10%) e a residenze studentesche (il 18%).

In fondo, bastava fare un salto all'ex Dogana per la mostra sulla street art per farsi raccontare da chi lavorava all'esibizione che “quando chiudiamo, qui, buttano già tutto e fanno case”.

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