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Paesaggi Post-Urbani di Massimo Di Felice, la presentazione in anteprima ad Albano Laziale

Massimo Di Felice, docente dell'università di San Paolo del Brasile, presenta in anteprima ad Albano Laziale, sua città natale, il libro "Paesaggi post urbani", un'analisi storica e sociologica del rapporto tra individuo e territorio

Con il patrocinio della Città di Albano Laziale e del Parco dei Castelli Romani, domani venerdì  2 Luglio alle ore 18 presso la Sala Nobile di Palazzo Savelli ad Albano Laziale, verrà presentato il libro "Paesaggi Post urbani, la fine dell`esperienza urbana e le forma comunicative dell´abitare" edito da Bevivino e scritto del Professor Massimo Di Felice, Docente di Sociologia e Scienza della Comunicazione presso l'Università di San Paolo del Brasile.


 L'AUTORE: Massimo Di Felice é sociologo per l´Universitá La Sapienza di Roma e Dottore in Scienze della comunicazione per l'Università di S.Paulo USP dove insegna Teoria della comunicazione digitale presso e coordina il centro di ricerca sulla comunicazione digitale Atopos. Sempre in Brasile coordina diverse collane e ha recentemente pubblicato "Dopublico para as redes e Pos humanismo". Collabora con diverse università tra cui l´universitá di Cordoba Argentina, dove é stato professore visitante, la universitá Nova de Lisboa (Portogallo), l´universita di Milano IULM e la universitá Sorbone di Parigi (Ceaq). Attualmente coordina una ricerca internazionale sul net attivismo. E´ideatore e coordinatore di MIDIAS NATIVAS, evento concettuale che riunisce le produzioni digitali delle popolazioni indigene brasiliane.

In Italia collabora con diverse riviste tra cui Agalma, Pol.is e Rivista italiana di Comunicazione Pubblica e ha curato il libro Indiografie Ed, Costa&Nolan. Il libro che verrà presentato domani ad Albano Laziale è in corso di traduzione e pubblicazione in altre 3 lingue.
 
 SCHEDA DEL LIBRO
: Il libro propone un'analisi del diversi significati che nel corso della storia ha assunto il rapporto soggetto e territorio, cogliendone le trasformazioni percettive e esperienziali provocate dai media e dalle tecnologie della comunicazione. L´impatto della lettura, quello del cinema e della TV fino a quello delle reti digitali, vengono analizzate come le tappe di tre distinte forme dell´abitare che hanno prodotto pratiche e concezioni distinte all´interno della cultura occidentale. Se la lettura nella sua forma tipografica ha trasformato la natura e il territorio in pagine, parole e concetti astratti e l´elettricità, attraverso la fotografia e le immagini cinematografiche ne hanno restituito forma e movimento, le tecnologie digitali ne elidono la loro esternalitá.

Mediante i processi di ibridazione tra informazione e territorio, provocate dalle reti digitali territoriali, sono sovvertite e sospese tutte le concezioni legate al risiedere, alla località e a tutte le forme architettoniche o geografiche che descrivono l´abitare attraverso le categorie dialettiche prossimità-distanza, centro-periferia, interno-esterno. Nella nostra epoca facciamo l´esperienza di una nuova forma dell´abitare nella quale il senso del luogo e il ¨genius loci¨ non sono più soltanto realtà fisiche e geografiche, ma anche esperienze informative e mutanti, ridefinite costantemente con l´avvento di un flusso informativo provocato dal suono metallico di un ¨play¨ o di un ¨off¨ Il concetto dell´abitare è dunque presentato nel libro come un concetto strategico e fertile, per pensare le trasformazioni che interessano non soltanto la nostra epoca e la nostra società ma anche la nostra condizione percettiva e le nostre forme del sentire.
 

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