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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Laura Corrotti

Laura Corrotti

A cura di Laura Corrotti

Così Raggi ha fallito con i rom

Com’è possibile che non siano bastati decine di milioni di euro per completare il superamento del piano Rom varato dalla Raggi nel 2017? E’ sempre più deprimente per i romani vedere come l’amministrazione a cinque stelle
amministri i fondi pubblici. Ricordo ancora, infatti, le parole della Raggi nel giorno della sua conferenza stampa di presentazione del ‘piano Rom’ in cui assicurava che per il superamento degli insediamenti nella Capitale, l’amministrazione avrebbe attinto da fondi europei dedicati.

Sono passati quattro anni da quel giorno e possiamo tirare le somme del fallimento. I fondi in questione, infatti, sono stati utilizzati solo per i primi due campi, Barbuta e Monachina, per i quali sono stati impiegati 3 milioni e 800mila euro del fondo PON  Metro intercettati nel 2014 dalla Giunta guidata dal sindaco Ignazio Marino. Da qui, possiamo continuare a riepilogare una serie di spese utilizzate sia per il progetto di superamento del Camping River (1.270.000 euro), che per il “villaggio” di Castel Romano (1.826.000 euro oltre a 1.500.000 euro per contributi economici), che per l’apertura e la gestione del “centro di raccolta” rom di via dei Codirossoni (1.030.000 euro), di cui l’impegno di spesa previsto graverebbe sul bilancio comunale. Così come le spese per la raccolta dei rifiuti negli insediamenti (con una media di 1.500.000 euro annui), per le bonifiche degli insediamenti (con una media di 1.600.000 euro annui), per i bagni chimici (con una media di 115.000 euro annui).

Cifre da capogiro che arrivano a sfiorare i dieci milioni di euro, se pensiamo che solo negli ultimi mesi con la campagna elettorale che si avvicinava e con il superamento dei campi rom sempre più lontano, ha pensato bene di pubblicare una serie di bandi per la ricerca di alloggi temporanei destinati ai residenti del campo nomadi di Castel Romano con importi a base di gara di 1.785.726 euro; di questi 900mila sono fondi europei e gli altri 885mila provenienti dalla casse del Campidoglio. “E’ la fine del magna magna”, disse sempre la Raggi il giorno della presentazione del ‘piano Rom’.

Proprio a Castel Romano, dopo milioni di euro spesi sulla baraccopoli, è stato avviato con una superficialità da esordienti lo sgombero della sola 'Area F' del campo rom, l'area più degradata della baraccopoli pari al 10% dell'intera baraccopoli e ospitante il 15% degli abitanti. Quel giorno ero lì e nulla è cambiato nell’istante successivo per il campo rom che continua a restare in piedi e sulla quale sono stati spesi circa 2milioni di euro.

Solo fondi europei, prometteva la Raggi in conferenza stampa in quel maggio del 2017. Oggi, ci accorgiamo che non è andata proprio così. In questi anni ho visto con i miei occhi la situazione all’interno dei campi rom della
Capitale: da via Candoni a via di Salone, da La Barbuta a via Salviati, fino a via dei Gordiani dove il palliativo della Raggi di installare le telecamere ad infrarossi, utili al  contrasto dei roghi tossici (conseguenza del traffico e dello smaltimento illecito di rifiuti, dove il campo è solo l’ultimo anello della catena) non ha funzionato, arrivando al punto di costringere centinaia di bambini del centro sportivo del San Lorenzo Calcio ad abbandonare il campo da calcio.

Una sconfitta su ogni fronte, con l’aggravante di averla subita utilizzando i soldi dei cittadini. Un reale superamento dei campi rom della Capitale può essere considerato tale solamente se non si mette al primo posto l’esigenza elettorale, lasciando il passo ad una maggiore attenzione alla scolarizzazione dei più piccoli e al precario equilibrio tra etnie nelle varie baraccopoli; al contrasto degli atti illeciti e avanzare proposte che non
siano a breve o medio termine, velocizzando lo scorrimento delle graduatorie per gli alloggi popolari e mettere una concreta linea di demarcazione tra regolari e irregolari. 

Tutti passaggi lasciati in secondo piano da questa amministrazione, preferendo attività ‘spot’ e di cui oggi ne paghiamo le conseguenze.

Così Raggi ha fallito con i rom

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