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Giovedì, 25 Aprile 2024
La linea gialla

La linea gialla

A cura di Matteo Scarlino

Roma che tifa per la condanna di Raggi è il trionfo del grillismo

C'è chi tifa per la condanna per mandare a casa un'amministrazione fallimentare e chi vede nella condanna l'escamotage per non ammettere errori e assumersi responsabilità. Ecco perché sperare nell'assoluzione di Raggi. O nella pillola rossa

"Allora, la condannano o no la Raggi?". Da mesi ormai è questa la domanda delle domande per chi si occupa di Roma. Da mesi la città è paralizzata sulla risposta che arriverà il 10 novembre. Al di là dell'incertezza che regna sulla sentenza, c'è una cosa che già si può affermare con certezza: tra molti romani il grillismo, inteso come la caccia alle macchie del politico per poterne determinare la fine, ha trionfato. Già, perché se nessuno può sapere come andrà in tribunale, quel che è certo è che c'è una fetta della città piuttosto grande che tifa per la condanna della Raggi in seguito alla quale, da codice etico, dovrebbero arrivare le sue dimissioni.

Si intravede così un modo per mandarla a casa, nonostante la legge non obblighi assolutamente la sindaca, come nessun altro politico in casi del genere, a dimettersi. Un tifo per la condanna per togliersi dai piedi un'amministrazione dai più giudicata, dopo due anni e mezzo di governo, non in grado di affrontare i problemi della città. Una condanna per celare l'incapacità delle opposizioni di opporsi politicamente ad un governo della città oggettivamente mediocre. 

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Una condanna, quella in cui eventualmente incapperà la Raggi, in cui sotto sotto sperano anche molti del M5s per poter tornare a fare opposizione; per poter dire, a giochi fatti, che gli effetti del buon governo sarebbero arrivati a breve; per poter urlare, urbi et orbi, che non era colpa della Raggi. Un escamotage per non ammettere errori e assumersi responsabilità. Insomma, per poter tornare ad essere il Movimento Cinque Stelle di lotta, così comodo e così foriero di facili consensi.

In tutto questo sperare e tifare, Roma è sparita. Da mesi. In consiglio comunale passano solo mozioni e atti marginali. Pochissime le sedute. Poche anche le commissioni, come le riunioni di giunta. Perché intestarsi decisioni impopolari se poi Raggi dovrà dimettersi? Si lavora con il contagocce, il tutto perché si aspetta il 10 novembre, la sentenza, il futuro della Raggi che è poi il futuro del governo di Roma.

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Tutto è fermo, sospeso, immobile. E tutto per colpa del grillismo, che non ammette macchie (e neppure macchioline), di un codice etico che rischia di far fuori la prima grande vittoria a Cinque Stelle. Un codice etico che alla fine sarà redenzione per una classe politica pentastellata che ad oggi ha dato prove di grande mediocrità.

In questi mesi di ulteriore paralisi abbiamo infatti avuto conferme di quanto già era chiaro da tempo: l'inadeguatezza, per esempio, di assessori come Linda Meleo, Pinuccia Montanari, Rosalba Castiglione, che non hanno prodotto una sola cosa positiva per la città. Il loro operato, in caso di dimissioni di Raggi, passerà in archivio e alla storia come l'amministrazione che si è dimessa perché la sindaca grillina ha ottemperato al codice etico.  

Ecco anche per questo bisogna tifare per l'assoluzione di Virginia Raggi. Non serve una sindaca condannata. C'è bisogno di un'amministrazione con senso di responsabilità. La responsabilità di prendere decisioni, di accettare contestazioni, di mandare via personaggi evidentemente inadeguati, di avere progetti e di cambiarli laddove evidentemente sbagliati. La responsabilità di dimettersi di fronte a sfide troppo gravose per le capacità degli ex cittadini che dovevano aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno e che sembrano oggi essersi ritrovati a fare la fine del tonno in scatola.

Non si può demandare tutto ai giudici, ad un codice etico ormai diventato la pillola blu di Matrix: "domani ti sveglierai e crederai a quello che vorrai". Crederai che Raggi e la sua giunta tutta stavano rimettendo in piedi Roma. Crederai che Roma sarebbe diventata, senza l'intervento dei giudici e del codice etico, una città modello. Che i problemi sono colpa solo di altri, di chi c'era prima, del Pd, di Mafia Capitale e non anche di chi ha governato negli ultimi due anni e mezzo. Bisogna tifare per l'assoluzione e anche se arriverà la condanna, per la sindaca Raggi c'è sempre la pillola rossa: in due anni e mezzo sarebbe il primo atto serio, il primo vero segnale di cambiamento.

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