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La linea gialla

La linea gialla

A cura di Matteo Scarlino

Sempre con Virginia, ma anche no. Dal week end della "doppietta" all'amaro risveglio

Dall'assoluzione e flop del referendum, alla poco partecipata manifestazione di sabato e al crollo nella classifica di Italia Oggi: la sindaca si risveglia ed è chiamata a riconquistare Roma e i romani

Dopo la doppietta assoluzione referendum, il cappotto di una piazza piena per mostrare che i romani sono con lei. Virginia Raggi e i suoi ci credevano, ma hanno dovuto fare i conti con la realtà: un catino, quello del Campidoglio, praticamente vuoto e tante domande. Che fine hanno fatto i romani che hanno votato Raggi e m5s? Che fine ha fatto il popolo del Movimento Cinque stelle? Che fine hanno fatto i sostenitori nei municipi? Che fine hanno fatto i meet up? Sarebbero infatti bastati appena questi ultimi per almeno raddoppiare le poche centinaia di presenze in piazza. E invece, nulla: solo pochi fan adoranti a prescindere, cittadini di una inesistente monarchia virtuale  in cui la regina di Roma è lei, Virginia, da omaggiare con fiori e i cattivi sono i giornalisti da insultare e aggredire. Per il resto il vuoto.

Per le poche presenze mancano anche gli alibi: il campionato era fermo (non giocavano nè Roma, nè Lazio), non pioveva, non c'era un freddo esagerato, non c'era alcun blocco del traffico, era sabato pomeriggio e non era lavorativo. Insomma si poteva dire convintamente e in massa "Sempre con Virginia". E invece...

Non che Raggi e il suo staff non si aspettassero il flop. Prima della sentenza avevano annullato la manifestazione a sostegno per opportunità nei confronti dei magistrati. Tutti però avevano capito che sarebbe stata un flop, quindi meglio rimandare a dopo l'assoluzione, con una sindaca rinvigorita e un elettorato, si sperava, riconquistato. Per sicurezza poi si era scelto un orario strategico, le 16, vicino all'imbrunire. Con la piazza piena la sindaca sarebbe uscita subito per il bagno di folla, con la luce giusta, con i colori del tramonto romano e una photo opportunity da consegnare ai rosiconi, orfani anche del Maalox andato a ruba nel week end precedente. Con la piazza vuota il ritardo strategico, per far inghiottire  (e moltiplicare) dal buio i pochi sostenitori rimasti e la tristezza di un consenso che non sembra esserci più. E così è stato.

Dal week end della doppietta a quello del risveglio e della presa di coscienza: i romani non sono più con Virginia Raggi e con il Movimento. Si era capito a giugno nella doppia sconfitta elettorale in 2 territori prima premianti. Si era capito a fine ottobre nella manifestazione "Roma dice basta" con una piazza del Campidoglio quella volta sì piena come non si vedeva da tempo. Si è capito sabato con il vuoto seppur, "a testa alta", ma incapace di gioire per la sindaca e in grado solo e soltanto di insultare i cronisti presenti.

E se il sabato è stato amaro, la domenica se possibile è stata anche peggiore. Le tanto amate, dai grillini, classifiche puniscono Roma che sprofonda oltre l'ottantesimo posto per qualità della vita, a certificare un decadimento che non può essere ormai solo  colpa di chi c'era prima.

Dalla doppietta all'amaro risveglio nella realtà. Roma, i romani, ma anche i grillini (restano le domande: dov'erano i meet up, i sostenitori nei municipi, gli elettori del movimento?) non sono con Virginia a prescindere. Alla sindaca, che non è regina e che il consenso deve guadagnarselo, l'arduo compito di riconquistare i romani. 

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