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A teatro con Francesca

A teatro con Francesca

A cura di Francesca Ragno

La casa delle tre bambole alla Sala Pintor

Il 21 e 22 maggio presso la sala Luigi Pintor (Via dello scalo di San Lorenzo 67) andrà in scena "La casa delle tre bambole" per la regia di Massimo Beato

Il 21 e 22 maggio presso la sala Luigi Pintor (Via dello scalo di San Lorenzo 67) andrà in scena "La casa delle tre bambole" per la regia di Massimo Beato con la compagnia teatrale dei Mesnadieri

Il tutto si svolge in una stanza fuori dal tempo, il luogo della quotidianità e dei ricordi, dove la vita scorre a tratti discontinui attraverso un gioco perpetuo tra dentro e fuori, tra illusione e realtà.

Una donna, come tante, riflette sulla sua identità e sulla sua vita entrando e uscendo dai ricordi che ne hanno scandito lo scorrere del tempo, seduta in solitudine accanto ad un gigantesco carillon "parlante", sul quale ci sono tre bambole a dimensione naturale raffiguranti tre figure femminili, con le quali la donna dialoga e si identifica, quasi rappresentassero - consciamente o inconsciamente - tre diversi stadi/momenti della sua stessa vita.

Tre donne, quelle del carillon - alle prese con le loro paure e le loro angosce proiettate sulle pareti della stanza - che danno vita ad immagini e suoni deformati, attendono, come la donna che le aziona, l'arrivo di un uomo misterioso, che dia finalmente un senso alla loro esistenza e che le liberi dalla prigionia del loro ruolo.
Attraverso colpi di scena e sorprendenti rivelazioni la storia racconta gli inganni e le delusioni dell'esistenza umana.

L'opera ha come punto di partenza la teoria freudiana dell'ES - quella istanza intrapsichica che rappresenta la voce della natura nell'animo dell'uomo - e che costituisce la cornice entro la quale avvengono le vicende raccontate da Nello Sàito nell'opera omonima al cui soggetto si ispira questo progetto.

È nell'es che risiedono quelle pulsioni di carattere erotico (Eros) ed aggressivo, auto/distruttiva (Thanatos) che rappresentano come gli istinti umano si sono evoluti, ed è proprio al suo interno che resta prigioniera, più o meno consapevolmente, la donna protagonista della storia progressivamente fagocitata dalle tre figure del carillion, che imprigionandola libereranno se stesse, lasciandola in completa solitudine con la realtà che si è costruita per sopravvivere e cercare il senso da dare alla propria esistenza.

Divorate dal Tempo, le tre bambole, ne diventano a loro volta divoratrici: non c'è esistenza, non c'è luce, non c'è vita e non c'è via d'uscita dalla stanza, così come non c'è scampo e non c'è possibilità alcuna di sfuggire allo scorrere inesorabile delle fantasie più profonde e nascoste della nostra psiche.

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La casa delle tre bambole alla Sala Pintor

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