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A teatro con Francesca

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A cura di Francesca Ragno

L'infanzia e i racconti di Marco Paolini ad Albano con "La Macchina del Capo"

La stagione teatrale dell'Alba Radians di Albano ha ospitato sul suo palcoscenico Marco Paolini con "La macchina del capo". Abbiamo colto le dichiarazioni dell'attore proprio a commento della sua performance sul teatro più prestigioso dei Castelli Romani

La stagione teatrale del teatro Alba Radians di Albano è ormai entrata nel vivo, tanti i nomi passati sul palcoscenico più prestigioso dei Castelli Romani in questa stagione teatrale 2011 da Vanessa Gravina ed Edoardo Siravo, Francesca Reggiani, Rodolfo Laganà, Enzo Iacchetti.

La scorsa domenica per il consueto appuntamento domenicale del mese di Febbraio a calcare le scene albanensi è stato Marco Paolini: chi non lo ricorda per il suo "Racconto del Vajont"? Proprio di racconti, racconti di infanzia, si strutturava lo spettacolo presentato nel cartellone del Teatro Alba Radians, "La Macchina del Capo".

Una matitona, una mega gomma per cancellare, una gigantografia dei pantaloni alla zuava e una maglietta a righe in pieno stile anni Sessanta e poi le colonie, le partite di calcio, le ragazzine in bicicletta e la rivalità tra gruppi e bande di ragazzini.

In collaborazione con la trasmissione di Radio Libera Tutti "Cultura e divertimento" Marco Paolini ha rilasciato alcune dichiarazioni a commento del suo spettacolo subito dopo la fine della tappa di Albano.

"Lo spettacolo è una ripresa di vecchie storie che ho cominciato a raccontare un bel po' di anni fa - racconta così Marco Paolini la genesi de "La Macchina del Capo" - Molte di queste sono proprio quelle con cui ho imparato a raccontare ed erano storie per bambini. Ho scelto alcuni pezzi da vecchi spettacoli perché avevo voglia di sapere se avevo ancora l'innocenza e la voglia di buttarmi, anche se ho la barba poiché parlo di un bambino molto piccolo".

Sul palco insieme a Paolini anche il musicista Lorenzo Menguzzi, partner ideale sulla scena come lo definische il protagonista: "Nello spettacolo ho deciso di giocare con Lorenzo Menguzzi perché la musica e il gioco che lui fa in scena è in parte concordato e in parte mi sorprende. è un buon partner di scena"

Lo spettacolo si costruisce in una concatenazione di racconti: "Credo che raccontare storie sia un modo leggero per poter trattare argomenti su cui la gente non legge libri oppure per me l'occasione di scrivere. Perchè in fondo se racconto storie è come autore teatrale son capace di scrivere per me e non per gli altri e quindi scelgo questa forma che la più semplice e la più diretta in cui i personaggi ci sono lo stesso però sono schizzi"

I racconti sono racconti di infanzia che ha voglia di crescere in contrasto con la società odierna in cui sono gli adulti a non saper o voler crescere come riflette Marco Paolini: "I bambini hanno sempre fretta di crescere, sono gli adulti che non vogliono più invecchiare. C'è un problema di gente che vuol sentirsi giovani fino alla fine e poi essere sorpresi dalla morte. Credo che la condizione più difficile oggi non sia l'infanzia, ma il mondo adulto. Bisognerebbe fare una legge che potregge no l'infanzia, ma gli adulti perchè gli adulti si sono mimetizzati, nascosti e vergognati di essere adulti e rinunciano a fare gli adulti. E' un disastro se gli adulti fanno solo gli amici dei loro figli, madri che sono in competizione con le loro figlie: siamo vittime di una pubblicità ingannevole"

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