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Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Lo "Schifo Capitale", Renzi e Marino. Perché è giusto sciogliere il Comune di Roma per Mafia

Gli inquirenti l'hanno chiamata "Operazione Mondo di mezzo", parafrasando Massimo Carminati che, da buon fascio-criminale, dimostra di avere una certa predilezione per la saga di Tolkien. Ma a Roma, più che lo scontro delle cinque armate, è andata in scena un'orgia criminale. Alcune riflessioni

Gli inquirenti l’hanno chiamata “Operazione Mondo di mezzo”, parafrasando Massimo Carminati che, da buon fascio-criminale, dimostra di avere una certa predilezione per la saga di Tolkien. Ma a Roma, più che lo scontro delle cinque armate, è andata in scena un’orgia criminale. Alcune riflessioni.

Matteo Renzi è “sconvolto”. Adesso commissaria in diretta tv il Pd Roma, butta giù dalla torre il segretario Lionello Cosentino, definito nelle intercettazioni da Salvatore Buzzi “amico nostro”, e nomina commissario Matteo Orfini. Basta questo?

No. Perché, durante le Primarie che gli hanno permesso di scalare prima il Pd e poi il Paese, non si era fatto alcun scrupolo di coscienza nell’accettare i voti di quei capibastone che oggi appaiono invischiati negli affari e nei traffici di Mafia Capitale. All’epoca quei signori delle tessere organizzavano in tutta Roma congressi municipali in finti circoli Pd. E poco male se si permettevano il lusso di insultare ed aggredire quei pochi militanti del Pd che cercavano di denunciare i finti congressi nei vari municipi di Roma. Congressi municipali che volevano dire tante tessere e tanti voti per il Matteo Nazionale. Così come le Primarie per l’elezione del segretario romano del Pd. Oggi scopriamo che pure quelle Primarie sarebbero state inquinate. Sempre Salvatore Buzzi intercettato, “Stiamo a sostenè tutti e due. Avemo dato 150 voti a Giuntella e 80 a Cosentino”. E addirittura, sono sarebbero truccate anche le Primarie che hanno eletto Ignazio Marino, quale candidato del centrosinistra a sindaco di Roma. E cosa avrebbe impedito a questi capibastone di inquinare pure le Primarie per scegliere i candidati alla presidenza dei Municipi? Almeno a sentire il parlamentare Pd Roberto Morassut, le Primarie "sono tutte pilotate. Vanno a votare gli immigrati guidati dai cacicchi locali e gli immigrati votati un tanto al voto". A Roma Matteo Renzi ha ottenuto il consenso di quelli che avrebbe dovuto “rottamare”, ma che ha invece riciclato. Oggi, con una mossa opportunistica, commissaria coloro che non ha rottamato ieri. Troppo comodo.

E si ha un bel dire, all’indomani dello tsunami mediatico di Mafia Capitale, “La Madia l’aveva detto!”. E’ certo, Marianna Madia nel 2013 aveva affermato, “A livello locale, e parlo di Roma, facendo le Primarie dei parlamentari, ho visto, non ho paura a dirlo, delle vere e proprie associazioni a delinquere”. E allora, perché mai, anziché cincischiare con le note stampa, non è andata in Procura a denunciare ciò che ha visto? Perché non ha fatto nomi e cognomi? Perché denunciare pubblicamente un generico malaffare, per poi celarsi dietro la tipica omertà italiota quando si tratta di denunciare in Procura?

Magari si sarebbe scoperto, sin da allora, che un certo Marco Di Stefano stava brigando per inquinare le Parlamentarie Pd, come poi è emerso un anno dopo dalle intercettazioni a suo carico. Magari, lo stesso Di Stefano non sarebbe diventato parlamentare Pd, dopo uno psicodramma che ha tenuto in ostaggio il Pd Roma e Lazio per un paio di mesi, con conseguente rompicapo per la composizione della Giunta Marino. Rompicapo che si è risolto con le dimissioni da parlamentare di Marta Leonori, passata a fare l’assessore al commercio di Roma, e con Di Stefano che le è subentrato in Parlamento come primo dei non eletti. Ancor oggi ci si chiede: come mai la Leonori ha scelto di dimettersi da parlamentare per fare l’assessore nella Giunta più sgangherata che Roma abbia mai avuto? Taluni dicono per disciplina di partito. Sì, ma quale disciplina? E quale Partito?

Quel partito che partecipa all’evento “#Adessolavoro”, che lo stesso Di Stefano organizza, tra il 1 e il 2 luglio del 2014, con la sua fondazione “Eneimi”. Evento al quale prendono parte, tra gli altri, i “turbo-renziani”: Angelo Rughetti, sottosegretario alla Semplificazione della Pubblica Amministrazione, Lorenzo Guerini, vice segretario nazionale Pd e Lorenza Bonaccorsi, parlamentare Pd. E non solo. Ci va pure il sindaco Marziano, in occasione del dibattito “Un anno da primo cittadino: Marino racconta”. Chissà se il sindaco Marino, in quell’afoso 1 luglio del 2014, ha raccontato, dinnanzi agli astanti e a Di Stefano, “L’unica possibilità di continuare quegli affari era cacciarmi”, oppure, “Sono un sindaco Marziano che non siede a quei tavoli, anzi nemmeno li conosce”, come ha poi dichiarato all’indomani dell’inchiesta della Procura di Roma sulla Mafia Capitale. Peccato che proprio oggi si legge che Salvatore Buzzi ha finanziato, per mezzo di due sue associazioni, pure la campagna elettorale del Marziano. Ben 30 mila euro in totale, che oggi urlano vendetta.

La verità è che sono tutti buoni a parlare il giorno dopo. Tutti buoni a lanciare accuse generiche, a non fare i nomi e i cognomi, magari in virtù di una disciplina di partito. Che più che disciplina, a molti oggi pare omertà.

Ed un’altra verità è che il Prefetto Giuseppe Pecoraro a breve parlerà con il Ministro degli Interni per valutare “se sciogliere il Comune di Roma per Mafia”. E sarebbe la cosa più opportuna. Con buona pace del Marziano e di tutti coloro che avevano visto, saputo, ma non avevano denunciato nulla di tutto questo “Schifo Capitale”.

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