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Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Santo Condono prega per noi

A Roma questa pioggia implacabile disvela che "se sò magnato tutto!"

E la pioggia, oltre a renderci tristi, ci fa piombare sulla testa il fango. Esercizi commerciali al piano terra, seminterrati e piani rialzati inondati. Le periferie, le borgate, le statali, le strade cittadine. La metro allagata, i tram bloccati, le motorette come le utilitarie impantanate. Le buche, le voragini nelle quali buttarci dentro le imprecazioni. Non sapendo bene neanche con chi prendercela. Con il sindaco, con la giunta, quello o quell'altro assessore, il parroco, la protezione civile, i vigili urbani e pure quelli del fuoco.

Chi? Prendercela con ciò che oramai ci appare un fantasma. E non c'è tempo neanche per chiedersi di chi sia la colpa. Il sindaco ci dice di restare tappati in casa. Arriva l'invito allarmato a non recarsi a Roma. E i turisti, i fori pedonalizzati, la Roma bella che il mondo ci invidia? Il famoso Made in Italy che ci ripetono in continuazione quale antidoto alla crisi? La pioggia implacabile si porta via pure quello. Implacabile la pioggia si porta tutto via, lavando Roma da quella patina di retorica post e pre elettorale. Decine di anni di ignavia, disprezzo per il territorio e per i cittadini.

Ladrocini che hanno vuotato le casse, affidando appalti a fornitori sempre più padroni e verso cui le amministrazioni, che si sono susseguite, si sono fatte zerbino. Gli sfollati del secondo dopoguerra che diedero vita alle borgate, ammasso informe di casupole, poi divenute, paio piano, villette, palazzetti, un piano alla volta. Tutto a botte di condoni. I palazzinari del mattone selvaggio, assecondati dalla vecchia Dc, ma pure dalla nuova sinistra, quella che voleva essere pure un po' liberal. Laddove liberal ha voluto semplicemente dire prendersi le mazzette come quelli che li avevano precedenti.

La Roma democristiana del mattone, ma pure quella della bossa nova e del jazz all'Auditorium del "Modello Roma". A Roma questa pioggia implacabile disvela che "se sò magnato tutto!". Che non ci sono i soldi manco per gli affidamenti diretti di emergenza per far sgomberare le strade da detriti, far mettere in sicurezza le montagnole che smottano un po' alla volta.

E Santo Condono prega per noi. Perché a Roma, come a tutto l'intero Paese, è stato condonato di tutto. Condonato e perdonato in un unico afflato di indifferenza. Implacabile questa pioggia disvela decenni di incuria, ladrocini e disprezzo. Ciao Roma, pur sempre bella ma, una volta di più violata ed affogata nel fango. E Santo Condono prega per noi. Adesso è nell'ora dell'ennesimo mattone. Amen.

Santo Condono prega per noi

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