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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Tragedia Furio Camillo. La solidarietà ha i suoi tempi, che Marino non conosce

E’ morto un bambino di 4 anni, dopo un volo di 10 metri. Cadendo nella tromba di un ascensore della stazione metro di Furio Camillo. Silenzio. 

Stamane ho scritto un post, “Comunque il sindaco Marino che si precipita a stazione Furio Camillo non è sciacallaggio...”. E non è facile parlarne. Negli ultimi mesi il dibattito su Roma e sui tanti problemi che affliggono la nostra Città si è ridotto a bieca partigianeria: pro o contro Marino. Non credo che valutare il comportamento di Marino sulla tragedia di ieri sia sciacallaggio. Altrimenti ci si trova dinnanzi a censura preventiva. Non trovo giusto addebitare la tragedia di ieri al malgoverno di Marino, come ha fatto, per esempio, la deputata del Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi. Semmai, la tragedia di ieri è da addebitare alla drammatica situazione dell'Atac, che risale a ben prima di Marino. E che magari quest’ultimo, ad oggi, non è stato in grado, per limiti di tempo e difficoltà oggettive, di risolvere. 

Ho visto le immagini della visita di Marino sul luogo dell’incidente. Trovo che sia stato fuori luogo la modalità e la tempistica. Avrebbe potuto telefonare o fare una visita l'indomani presso l'abitazione dei poveri genitori. Marino, con tanto di scorta e cordone a sua protezione, con i cittadini che lo contestavano, ha portato ulteriore caos in un luogo dove c'era già una situazione di confusione. Con quei poveri genitori in stato di schock. Mi è sembrata una manifestazione di bulimia mediatica. D'altronde, la comunicazione di Marino, oramai da tempo, appare raffazzonata e caotica. Molto più populista del populismo che lui denuncia da parte dei suoi avversari politici. Ma questa non è una novità.

Vederlo lì, precipitarsi sul luogo della tragedia, mi è parsa tanto una scena messianica, almeno nelle intenzioni di Marino e del suo staff. Colui che va laddove la cittadinanza soffre Quasi fosse Gesù Cristo pronto a resuscitare il povero bambino. E invece nulla. Nessuno è resuscitato.
La visita di Marino alla stazione metro Furio Camillo è solo l’ennesimo episodio di una sequela di gaffe. Un sindaco mezzo salvato dallo scioglimento per Mafia del Comune che governa, alla ricerca spasmodica di visibilità. Nel disperato tentativo di dare consistenza ad un governo della città che, per buoni due anni, è stato invisibile. E, cosa ancor più grave, inconsapevole. 

Marino, precipitandosi in fretta e furia sul luogo della tragedia non ha portato la sua solidarietà ma l’ingombro del suo dramma politico e personale.  Con tutto il carico di polemiche che la sua figura oramai richiama, ovunque lui vada. Ha rubato la scena al legittimo dolore che la situazione imponeva. 

Ci sono tanti modi di esprimere solidarietà. Ci sono tempi e parole. Marino ha semplicemente scelto la maniera sbagliata per esprimerla. Una volta di più. Una volta ancora.

Tragedia Furio Camillo. La solidarietà ha i suoi tempi, che Marino non conosce

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