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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

"Ignoranti", "Istruiti". Il diritto al voto e altre amenità

Il dibattito del momento, all’indomani della mazzata elettorale patita dal Partito Democratico alle ultime amministrative e del referendum Brexit che ha decretato la volontà degli inglesi di uscire dall’Unione Europea, è se gli “ignoranti” debbano avere lo stesso diritto di voto degli “istruiti”. Premesso che tutti devono avere diritto di voto, la questione, nonostante la insita trivialità ideologica, ha un senso. 

Più che altro, si assiste al rovesciamento del paradigma del dibattito politico contemporaneo incentrato sull’odio sociale. Se fino a ieri erano gli “ignoranti” ad odiare socialmente gli “istruiti”, oggi è il contrario. La ragione? Gli “ignoranti” hanno vinto, il loro voto ha rovesciato i governi cittadini e, nel caso inglese, il tavolo delle relazioni internazionali. Si potrebbe dire che il Partito dell’odio sociale se ieri aveva conquistato gli “ignoranti”, oggi soggioga anche l’altra metà del cielo, imponendosi anche tra gli “istruiti”. Confesso che questa impostazione assomiglia tanto allo show del duo Bonolis-Laurenti “Ciao Darwin”. E ciò è corretto. Oramai il dibattito politico è un format televisivo, con dei corposi supplementi web e qualche inserto sulla carta stampata. 

Una cosa è certa: fino a che gli “ignoranti” votavano secondo i desiderata degli “istruiti”, il problema non si poneva o, quanto meno, non era all’ordine del giorno nei dibattiti televisivi tra gli addetti ai lavori. Finché erano gli “ignoranti” ad odiare socialmente gli “istruiti”, il dibattito era relegato su qualche sito web “bufala” o, al massimo, invadeva i social media con i post che urlavano a lettere maiuscole “TUTTI DEVONO SAPERE; FATE GIRARE; CONDIVIDETE”, seguiti da almeno tre punti esclamativi. Mai mai gli “ignoranti”, però, si erano spinti a dichiarare chiaramente il proprio odio sociale, contrariamente a quanto stanno facendo in questi ultimi giorni gli “istruiti”. Gli “istruiti” odiano meno socialmente degli “ignoranti”. Facciamocene una ragione. 

Si può sostenere, a ragion veduta, che la realtà racconta di come gli “ignoranti” abbiano utilizzato agevolmente un format prodotto proprio dagli “istruiti”. Di come gli “istruiti” abbiano, negli anni, imposto una certa cifra stilistica nel dibattito proprio per venire incontro al bisogno di semplificazione degli “ignoranti”. Di come la comunicazione prodotta dagli “istruiti” si sia data il compito di piegarsi alla poca voglia di leggere, di informarsi e di faticare sulle sudate carte da parte degli “ignoranti”. Ragione per la quale, qualsiasi articolo deve stare entro le tremila battute, qualsiasi contenuto deve essere riconducibile ad un’efficace infografica, qualsiasi concetto deve essere esposto sui media, specie in Tv o in radio, attraverso un linguaggio aggressivo e per nulla forbito, qualsiasi ragionamento o congettura deve essere ridotto ad un paio di frasi senza alcuna subordinata, financo, qualsiasi riforma dello stato deve essere ricondotta ad un paio di slide. Standard comunicativi che oramai sono la regola che gli “istruiti” hanno cercato di applicare alla complessità dei loro ragionamenti e delle loro argomentazioni, lasciando il passo alla semplificazione sempre più estrema, sempre più povera, sempre più vicina al nulla. Gli “istruiti” hanno dovuto piegare la propria natura a qualcosa che non li ha mai rappresentati e mai lo farà. Gli “ignoranti”, al contrario, sono a proprio agio. Tanto a proprio agio che hanno compreso quanto la forma oramai sia molto più importante della sostanza. E di come quest’ultima possa anche non esserci, a patto che l’enunciazione sia efficace. L’efficace enunciazione del nulla. 

Che poi questi “ignoranti” siano il prodotto di una produzione intellettuale di basso profilo congegnata e diffusa proprio dagli “istruiti” è un dato certo. E’ un fatto. Un po’ come il dottor Frankenstein con la sua Creatura dalla forza sovrannaturale. Gli “ignoranti” sono sfuggiti al controllo del proprio creatore “istruito”, proprio come la creatura del romanzo di Shelley, sfuggì al controllo del dottore pazzo. 

D’altronde, come diceva la Creatura al dottor Frankenstein, “Gli uomini non si assoceranno mai a me; soltanto una creatura deforme e orribile come me non si negherebbe a me. La mia compagna deve essere della stessa specie ed avere i miei stessi difetti. Questo è l'essere che devi creare”.  Non c’è che dire, l’esperimento è riuscito.

"Ignoranti", "Istruiti". Il diritto al voto e altre amenità

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