Grazie Roberto Spada!
Grazie Roberto Spada per aver rappresentato con un gesto magnificamente plastico l’arroganza del clan Spada di Ostia. Per aver reso chiaro come Ostia sia un luogo così lontano, ma purtroppo così vicino allo Stato di diritto. Per averci fatto comprendere come il metodo mafioso ad Ostia sia realtà di tutti i giorni, tanto da aggredire, davanti ad una telecamera, un giornalista che chiedeva conto dell’appoggio elettorale del clan Spada a Casapound.
Grazie Roberto Spada di averci dato conto di come i Fascisti hanno bisogno dei voti di chi quel metodo mafioso lo usa. Grazie per aver dimostrato come, con una testata repentina e distruttrice, si può rappresentare tutto il potere criminale nei confronti di un Paese che è l’ottava potenza industriale mondiale.
Da casa mia ad Ostia occorre percorrere circa 60 chilometri. Un’ora di macchina. Se volessi (e l’ho fatto) in un’ora di macchina potrei passare dallo Stato di diritto allo stato criminale. Un luogo nel quale una settimana fa, con tre comizi nel raggio di 500 metri, appena 1.500 persone, distribuite tra i tre comizi, animavano la platea. Il resto della cittadinanza è rimasto a casa. Non perché disinteressata, ma perché ben conscia di come il territorio di Ostia sia controllato militarmente dalla criminalità organizzata.
Una realtà così difficile da accettare.
Fa più comodo commentare che ad Ostia due cittadini su tre sono rimasti a casa, astenendosi dal voto, non perché intimoriti dalla Mafia, ma perché disinteressati alla politica. Un balla così grande che viene da piangere solo a pensarci.
Poco importa raccontare che ad Ostia la notte stessa delle elezioni municipali pochi erano quelli che andavano in giro per i bar a festeggiare. Tranne i militanti di Casapound. Loro festeggiavano, finalmente sdoganati anche grazie ai voti della Mafia di Ostia.
Grazie Roberto Spada per averci fatto vedere, una volta di più, il vero volto della prepotenza criminale che si allea con la peggior marmaglia para-politica. Stretti in un patto degenere che avrà il suo bel peso nel ballottaggio tra il candidato del centrodestra e quello di Beppe Grillo.
Chi vincerà ad Ostia avrà uno stigma. Quello della Mafia di Ostia.
Mafia. Una parola che puoi ben pronunciare a 60 chilometri dal litorale, ad un’ora di macchina. Ma che a pronunciare lì, su quella rotonda circondata dal mare, viene paura.