rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Giachetti e l'Orlando Smanioso

E’ bastato un manifesto elettorale per far comprendere quanto i rapporti all’interno del Partito Democratico romano siano molto, ma molto, tesi. Orlando Corsetti, consigliere uscente, renziano di ferro, dopo essere stato già tante altre cose, ieri ha pensato bene di tappezzare la città con il suo manifesto elettorale. Contravvenendo a due capisaldi della campagna elettorale low profile di Roberto Giachetti, candidato Pd a sindaco di Roma: la sobrietà e la sacrosanta regola di non iniziare ad attaccare manifesti prima ancora che fossero comunicate ed ufficializzate, con tanto di visto dell’Anti-mafia, le liste elettorali. Alcuni esponenti piddini non l’hanno presa bene. Specie chi, accettando le regole imposte da Giachetti stesso, ha fatto un bel passo indietro, ritirando la propria candidatura perché indagato. Oppure come i tanti che, già sicuri della propria candidatura, stanno rispettando i dettami di Matteo Orfini: aspettare l’ufficializzazione delle liste. Come dargli torto?

Ma il problema in casa Pd è anche un altro. Si sta faticando a trovare il capolista. I diniego di figure altamente qualificate e altamente simboliche, una delle quali è Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità della giunta ter di Ignazio Marino, nonché magistrato antimafia, raccontano come Roberto Giachetti e il suo staff stiano faticando a trovare un capolista credibile. La cosa non è di poco conto. E a lungo andare, potrebbe creare scoramento e frustrazione. Oggi le liste, quella del Pd più quelle delle liste civiche a sostegno di Giachetti, dovrebbero essere portate al vaglio dell'Antimafia, per poi essere divulgate online. Ma pare che proprio quella del Pd non sia ancora pronta. Manca il capolista. E non è cosa da poco. 

Intanto, l’ultimo sondaggio in ordine di tempo rivela come Virginia Raggi sia ancora saldamente in testa mentre, e questa sì che è una sorpresa, Giorgia Meloni sopravanza proprio Roberto Giachetti. In un possibile ballottaggio tutto al femminile. Cosa che affascinerebbe non poco gli elettori. 

E’ indubbio che il Partito Democratico romano debba cambiare marcia. Fino ad ora Giachetti, con il suo staff ristrettissimo, ha condotto una campagna elettorale pigra, poco incisiva e a tratti autoreferenziale. Non è un segreto per nessuno che, all’apertura del comitato elettorale in via dello Scalo di San Lorenzo, ci fossero più che altro i candidabili e pochi altri. Con i militanti dei circoli rimasti a casa, perché troppo ignorati e poco coinvolti. E non è detto che Matteo Renzi, che spenderà la sua faccia sulla candidatura di Giachetti, possa bastare a recuperare il gap. Né tantomeno che quattro slide di Proforma, con slogan annessi, possa rialzare il livello della campagna elettorale. 

Così come, dopo la corsa in avanti di Orlando Corsetti (scusate il mediocre gioco di parole), si ha l’impressione che in casa Pd ognuno faccia un po’ quello che gli pare. Non è un bel segnale. Non è un bell’inizio. Con buona pace dell’Orlando Smanioso.

Giachetti e l'Orlando Smanioso

RomaToday è in caricamento