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Sabato, 20 Aprile 2024
Cose da Pazzi

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A cura di Enrico Pazzi

Elezioni Roma. Consigli non richiesti a Virginia Raggi

La campagna elettorale, in vista delle prossime ed imminenti amministrative romane, sta entrando nel vivo. Manca un mese al voto per il primo turno. E’ il momento per dare consigli non richiesti.  Dopo aver elargito consigli ai due principali candidati a sindaco di Roma del Centrodestra Giorgia Meloni ed Alfio Marchini e a Roberto Giachetti, adesso tocca alla candidata del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi.

La Raggi ha vinto le Comunarie per una manciata di voti a discapito dell’ex capogruppo Marcello De Vito, molto più quotato alla vigilia del voto online. Per non parlare di Daniele Frongia, vera eminenza grigia della compagine grillina durante la scorsa cosiliatura, tanto da aver scritto, assieme alla giornalista Laura Maragnani, il vero lascito di due anni e mezzo di opposizione grillina. Si tratta del libro “E io pago” (edito da Chiarelettere), una disamina sugli sprechi del Campidoglio. Libro caldamente consigliato. Il risultato ha spiazzato un po’ tutti coloro che non sono addentro alle vicende del Movimento 5 Stelle romano. Non ha sorpreso, invece, gli attivisti e gli esponenti grillini, ben consapevoli del risultato ancor prima della sua ufficializzazione. Addirittura, la vittoria di Virginia Raggi era data per scontata già dall’ottobre scorso. 

I punti caratterizzanti della campagna di Virginia Raggi: essere una giovane mamma, con un’immagine fresca e compita. Sta improntando il suo stile oratorio sulla sobrietà, su concetti semplici al limite del banale, con qualche contrappunto, qua e là, di proposte “bizzarre”. Come l’ultima proposta di dotare la Capitale di una funivia che colleghi Casalotti a Boccea. Cosa che poi si è scoperta essere un “plagio”. Fu l’allora sindaco di Roma Walter Veltroni a proporre una funivia che collegasse la Magliana all’Eur. Virginia Raggi e i suoi spin doctor riescono comunque a dettare l’agenda della campagna elettorale. La stessa Raggi lascia che siano i suoi sodali di partito, nazionale e romano, a lanciare gli strali più violenti nei confronti dei suoi avversari politici. Lei si limita unicamente a rappresentare il volto sereno e low profile del Movimento 5 Stelle, più di governo che di protesta.  Le note dolenti, e a tratti imbarazzanti, riguardano il suo passato e le sue omissioni nel Cv. Come l’esperienza di praticantato presso lo studio legale di Cesare Previti, mai del tutto chiarito. Oppure, l’essere stata, sempre all’interno della sfera di influenza di ciò che fu il centrodestra romano, alla presidenza del consiglio di amministrazione di una società di proprietà di Gloria Rojo, assistente di fiducia di Franco Panzironi, braccio destro di Gianni Alemanno e fundraiser della sua fondazione politica, finito poi nei guai con Mafia Capitale.  Faccenda lasciata passare in cavalleria dai militanti del Movimento 5 Stelle. Questi, nonostante i mal di pancia dinanzi alle dimenticanze nel CV della Raggi, stanno dimostrando un’insospettata maturità, laddove all’attacco frontale ai danni della loro candidata, preferiscono un maturo contegno di sopportazione. Ma nonostante ciò, c’è chi racconta di un clima molto teso all’interno del Movimento 5 Stelle di Roma, con la deputata Roberta Lombardi, una dei leader romani, indispettita per il diniego della Raggi nel confermare Marcello De Vito suo vice-sindaco, laddove il Movimento 5 Stelle dovesse vincere a Roma. Elemento questo che alla lunga potrebbe pesare. 
 

I  consigli non richiesti a Virginia Raggi.
Cambi il suo guardaroba. Il trench color ghiaccio inizia a diventare un capo di abbigliamento alquanto inquietante. Magari la bella stagione aiuterà in tal senso. Così come già scritto per Alfio Marchini e Giorgia Meloni, Virginia Raggi dovrebbe  rendere mediaticamente più partecipi gli altri candidati al Consiglio comunale, in primis Marcello De Vito, almeno per fugare le voci di dissidio. Così come, dovrebbe accompagnarsi, durante questo ultimo spezzone di campagna elettorale, con i candidati alla presidenza dei vari municipi romani. Da un lato ne gioverebbe maggiormente la sua immagine di capo-squadra non etero-diretta dalla Casaleggio, dall’altra aiuterebbe i misconosciuti candidati alla presidenza dei vari municipi ad avere maggiore visibilità. Anche perché elemento fondamentale per vincere a Roma è anche saper drenare i voti dai municipi. Infatti, il solo voto di opinione potrebbe non bastare a vincere. Nella sua narrazione peschi maggiormente da quanto scritto da Daniele Frongia nel suo libro “E io pago”.

Il tema centrale che si troverà a dover gestire, laddove dovesse vincere, è la faccenda del debito pubblico di Roma Capitale. Tredici miliardi che potrebbero strozzare qualsiasi aspirazione di governo.  Ultimo consiglio, dare per scontata la vittoria del Movimento 5 Stelle è un’arma controproducente. Si consiglia di allertare maggiormente il proprio elettorato di riferimento e non cullarsi con le lusinghiere percentuali  delle sirene dei sondaggi. L’elettore romano è per tradizione pigro e svogliato. E il Movimento 5 Stelle ha la necessità di portare al voto buona parte di coloro che sino a ieri si sono astenuti. Impresa ardua, difficile e per nulla scontata.
 

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