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Cose da Pazzi

Cose da Pazzi

A cura di Enrico Pazzi

Coppa Italia: spari a Roma. La forza di dire basta!

Da qui, dalla Perfida Albione, da Londra, ho sperato che la finale di Coppa Italia fosse sospesa. Che la Coppa non venisse assegnata. Come dicevano un tempo, “ad imperitura memoria” di quanto la criminale imbecillità degli ultras criminali possa fare male ad un Paese. Da qualche mese vivo in una città in cui puoi andare allo stadio con tutta la famiglia. In una città in cui negli stadi non vengono esposti striscioni razzisti, né tantomeno neofascisti e neonazisti. In una città che ha risolto il cancro degli ultras decine di anni fa.

Mentre, un tempo, vivevo in una città in cui succedeva ciò che è successo oggi. Violenza, morti e feriti per una palla che rotola su un prato verde. Una città in cui i politici fanno i tifosi e non risolvono i problemi del tifo criminale. Nel momento in cui sto scrivendo, non so ancora il risultato della partita. Se la Coppa la vincerà la Fiorentina o il Napoli. Ma so per certo che l’Italia ha perso una volta di più. Ha perso la classe dirigente della Lega Calcio, sorta di museo di brontosauri che si passano la poltrona l’un latro.

Hanno perso le società sportive che utilizzano il tifo organizzato per orientare l’opinione pubblica asseconda dei propri desiderata. Ha perso la politica che vede il suo Primo Ministro, Matteo Renzi, in tribuna d’onore con tutta la famiglia. Immobilizzato dal clima surreale in cui si disputerà la partita a cui sta per assistere, non trova neanche la forza di scrivere un twitt. Capendo forse l’inutilità di un twitt dinnanzi ad una cultura del tifo criminale. L’Inghilterra si svegliò terrificata e frastornata all’indomani della tragedia dell’Heysel.

Ma seppe reagire. La politica inglese seppe trovare la forza di reprimere le sacche di odio sociale, di violenza, di anarchia criminale che si annidava nelle frange del tifo violento. Spero che l’Italia, dopo l’ennesima tragedia rimbalzata su tutti i network nazionali ed internazionali, trovi la forza, anche solo per amor proprio, di iniziare una seria politica di contrasto a ciò che tifo non è. A ciò che sport non è. A ciò che va sotto il nome di criminalità organizzata. Che non sia un capo-ultrà a decretare che la partita può avere inizio. Che siano le istituzioni a mettere fine a questa imbarazzante aberrazione che con lo sport e con la dignità di un Paese civile non ha nulla a che fare.

Coppa Italia: spari a Roma. La forza di dire basta!

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