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VIDEO | Al Bambino Gesù il primo trapianto al mondo da donatore positivo al Covid 19 a ricevente negativo

Il cuore nuovo ad un ragazzo di 15 anni, si tratta del primo caso pediatrico e uno dei primi due casi in assoluto autorizzati in deroga dal Centro nazionale trapianti

Un cuore compatibile da un donatore positivo al Covid-19. Il ricevente, un 15enne con cuore artificiale da un anno, negativo al virus ma che per sopravvivere ha bisogno di questo trapianto. Ed ecco che, con un lavoro multidisciplinare e di confronto tra medici, all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è stato eseguito per la prima volta al mondo in ambito pediatrico un trapianto d’organo da donatore positivo al Sars-CoV-2 a paziente negativo.

“In campo pediatrico – spiega il professor Antonio Amodeo, responsabile della struttura complessa di scompenso, trapianto e assistenza meccanica cardio-respiratoria dell’Ospedale – trovare un cuore compatibile per un trapianto è più difficile che negli adulti. Nell’ultimo anno poi, a causa della pandemia e delle restrizioni adottate per contrastarla, queste difficoltà sono ulteriormente aumentate. Individuare un cuore compatibile per un trapianto è spesso un’occasione più unica che rara. Per questo abbiamo fatto il possibile affinché il ragazzo in lista d’attesa potesse ottenere l’organo che stava aspettando. Una scelta che può fare la differenza tra la vita e la morte".

Il ragazzo di 15 anni, cha ricevuto un nuovo cuore, è stato trattato con anticorpi monoclonali per eliminare il rischio che potesse sviluppare il Covid-19. L’intervento ha richiesto autorizzazioni speciali sia da parte del Centro Nazionale Trapianti (CNT) che dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). In 2 settimane, dal 4 al 19 maggio, i professionisti del Dipartimento di Cardiochirurgia, Cardiologia e Trapianto Cuore Polmone dell’Ospedale hanno effettuato in tutto 6 trapianti di cuore. “Al fine di valutare il rischio di trasmissione del virus Sars-CoV-2 sono state effettuate numerose ricerche nell’apparato respiratorio, sul sangue e sul cuore del donatore, attraverso tecniche alquanto sofisticate, che, nel loro insieme, hanno evidenziato un rischio di trasmissione virale molto basso - racconta il professor Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e Diagnostica di immunologia del Bambino Gesù -. Questo ha permesso di dare il via libera al trapianto”. È stata quindi richiesta all’Agenzia Italiana del Farmaco una deroga al protocollo attuale per utilizzare gli anticorpi monoclonali sul ragazzo ricevente, in modo da ridurre ulteriormente il già basso rischio di infezione. Il protocollo ne consente infatti l’utilizzo solo su pazienti già malati di Covid-19 e a determinate condizioni.

“L’operazione è il frutto di un percorso multidisciplinare in cui l’aumento degli strumenti per il trattamento del SARS-SoV-2, come il vaccino, le terapie monoclonali e le terapie antivirali - spiega il professor Paolo Palma, responsabile di Immunologia clinica e Vaccinologia dell’Ospedale - ha portato allo sviluppo di una serie di strumenti, sia di ricerca che clinici, che hanno aperto prospettive fino a poco tempo impensabili”.

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