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Salute

Covid-19, cos'è il Test sierologico e a cosa serve

Nulla ha a che vedere con il tampone oro-faringeo, ma aiuta ad individuare quando una persona è entrata in contatto con il virus

Da alcuni giorni, la Regione Lazio ha approvato l'elenco dei laboratori di analisi, pubblici e privati, presenti nel Lazio in grado di effettuare test sierologici, esami del sangue che nulla hanno a che vedere con il tampone oro-faringeo, ma che aiutano ad individuare quando una persona è entrata in contatto con il virus.

In cosa consiste dunque il test sierologico? E a cosa serve?

A cosa serve il test sierologico

Chiariamo che il test sierologico non individua la presenza del Coronavirus nelle mucose respiratorie (come il tampone), ma permette - attraverso il sangue -  di raccontare la storia del virus e di capire chi, nel tempo, vi è entrato in contatto, attraverso l'individuazione degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario. Il test si svolge con un normale prelievo del sangue e, in caso di alcunit test rapidi, con una goccia di sangue presa dal polpastrello della mano. 

Tramite questo tipo di esame, è possibile disegnare una mappa più precisa della diffusione geografica del virus, della sua diffusione per fasce d'età. Può permettere di capire quante persone, davvero, sono entrate in contatto con il Covid-19 magari con sintomi leggeri o in maniera del tutto asintomatica. 

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Test sierologico positivo: che significa

Quando il test sierologico risulta positivo, dimostra la presenza nel siero di alcuni anticorpi. Se risultano IgM positivi, vuol dire che l'infezione è stata recente. Se risultato IgG positivi, vuol dire che l'infezione è passata, anche se questo non vuol dire che gli anticorpi siano neutralizzati.

Se il test sierologico risulta, invece, negativo, può voler dire o che la persona non è mai entrata in contatto con il virus, o che - seppur infettata - gli anticorpi sviluppati sono al di sotto del livello di rilevazione del test, o, ancora, che è stata contagiata da meno di 8-10 giorni e dunque gli anticorpi non si sono ancora sviluppati. 

Cosa fare in caso di test sierologico positivo

Come riportato anche sul sito della Regione Lazio, "in caso di riscontro di positività sierologica alle IgG (immunoglobuline G) si dovrà eseguire il tampone naso-faringeo, in caso di positività il soggetto deve esser posto in isolamento, con segnalazione al medico curante. Saranno, con successivo provvedimento della Direzione regionale Salute, adottati i format da utilizzare per l’informativa e l’adesione del lavoratore sottoposto ad indagine, l’approvazione dell’elenco dei laboratori di analisi autorizzati in grado di effettuare test sierologici per l’identificazione di anticorpi diretti verso il virus SARS-COV 2".

Il laboratorio di analisi abilitato all’esecuzione dei test sierologici "deve esporre con chiarezza al pubblico l’informativa che l’indagine avviene secondo i criteri approvati a livello regionale che prevede il solo ricorso alla ricerca delle Igg anti-Sars-CoV-2; la tariffa praticata per il test per la determinazione di Igg in raffronto al valore indicato a livello regionale è pari a euro 15,23 (di cui euro 2,58 relativi al prelievo), la cui applicazione sarà obbligatoria per i laboratori abilitati delle strutture pubbliche". Inoltre, la struttura, deve far firmare all'utente un consenso informato molto dettagliato.

La Regione Lazio ricorda ancora come questi test non danno alcuna patente di immunità, ma il loro scopo è unicamente quello di verificare come è circolato il virus in determinati contesti.

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