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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

L'importanza di insegnare l'autostima a scuola. Parla l'esperta: "Giovani sempre più disorientati"

RomaToday ha intervistato la dottoressa Stefania Andreoli su "Dove Progetto Autostima", il tour partito da Roma che insegna l'autostima ai giovani delle scuole italiane

Il "Tour dell'Autostima" è partito da Roma, per raggiungere il resto d'Italia. Si tratta di un progetto organizzato da "Dove" nelle scuole primarie e secondarie italiane. Il brand di Unilever ha infatti annunciato la nuova attività volta a promuovere "Dove Progetto Autostima", in collaborazione con la dottoressa Stefania Andreoli, una delle massime esperte italiane in materia di psicoterapia dell’età evolutiva, che fornirà vere e proprie lezioni di autostima agli studenti e sessioni di formazione agli insegnanti.

A scuola il pomeriggio per diventare speaker radiofonici: il progetto nel liceo di periferia

Le scuole romane a lezione di autostima

Lo scorso 21 aprile, la prima tappa è stata proprio Roma: la dottoressa Andreoli ha coinvolto alcuni istituti scolastici della città, con un obiettivo chiaro: supportare i più giovani, educarli e aiutarli a crescere con un rapporto più positivo nei confronti del proprio aspetto, scoprendo e accettando la propria unicità.

Quello dell’autostima è un tema di grande attualità che sempre più spesso coinvolge le nuove generazioni, alle prese con disorientamento, mancanza di sicurezza e accettazione personale. Disagio su cui spesso incombe l’impatto negativo dei social media sulla percezione di sé. Una nuova ricerca del Dove Progetto Autostima rivela, infatti, che oltre 8 ragazzi su 10 sono esposti a consigli di bellezza tossici sui social media, questi contenuti dannosi influiscono sul malessere di 7 ragazzi su 10: inoltre, più del 50% dei ragazzi afferma che l’esperienza di fruizione sui social media li fa sentire ansiosi nel confronto con i loro coetanei e ben 5 ragazzi su 10, d’età compresa tra i 10 e i 17 anni, sui social media sono esposti a contenuti che incoraggiano la perdita di peso/la trasformazione corporea.

Dottoressa Stefania Andreoli

RomaToday ha intervistato la dottoressa Stefania Andreoli per comprendere meglio gli obiettivi del progetto Dove, iniziato proprio nella Capitale, e l'importanza di insegnare l'autostima nelle scuole. 

Lo scorso 21 aprile il progetto Dove nelle scuole ha fatto tappa a Roma: qual è l'obiettivo di questo progetto?
 
La volontà che anima il tour è di fare sul serio, di tracciare un solco che sia un segno concreto di operatività e intervento. Porteremo la formazione specifica in materia di autostima ai docenti e agli studenti, realizzando un lavoro sul campo che intende produrre fattivamente un cambiamento. 
 
Dopo Roma dove andrà il tour dell'autostima?

A Roma siamo stati presso la Scuola Secondaria di I grado “Macinghi Strozzi” e a Palazzo Merulana per un incontro formativo con i docenti; proseguiremo con Napoli, il 12 maggio presso la Scuola Primaria “Marino Santa Rosa - Plesso Lotto O” e venerdì 12 maggio presso le Gallerie d’Italia con i docenti. A Milano, invece, il 30 maggio, saremo presso la Scuola Primaria “Achille Ricci” e venerdì 19 maggio alla Triennale sempre per l’incontro formativo con gli insegnanti. In tutto, saranno coinvolti circa 400 tra alunni e insegnanti. 

Che cos'è l'autostima? Può darci una corretta definizione? 

A differenza di quanto erroneamente si pensa, avere autostima non significa affatto credersi migliori degli altri, fino a diventare arroganti: non sono nemmeno lontanamente sinonimi. Definire opportunamente il concetto di autostima significa riferirsi alla valutazione di sé, la più vicina possibile al reale, che tenga insieme tanto i punti di forza, quanto di debolezza. Un esempio pratico? Personalmente ho un buon intuito nell’incontrare le persone e i loro bisogni, al punto da averne fatto un mestiere. Ma non so fare i conti, e sono pigra e molto poco pratica: sono io. Autostimarmi significa scommettere sui miei talenti, sapendo che convivono con dei limiti. 

Autostima e giovani: quali sono i disagi, le difficoltà che i ragazzi d'oggi incontrano? E perché è importante parlare con loro di autostima? 

L’autostima è un concetto ineliminabile dell’esperienza di vita di chiunque: è letteralmente irrealistico non considerarlo un tema centrale. Nella nostra contemporaneità, oltretutto, dobbiamo rileggere il tema del corpo, del giudizio, dell’attivismo promosso dai giovani e dell’esperienza digitale sui social network come fattori che contribuiscono alla complessità: i più giovani vanno aiutati a capire in cosa credere e a chi, ovvero al proprio sguardo e al proprio valore, riducendo al minimo l’impatto dei rumori di fondo.

Quali sono i rischi principali di non credere in se stessi, di avere scarsa fiducia nelle proprie capacità? 

Il rischio è quello di una vita o che non si compie mai, portandoci a vivere sotto copertura per non mostrare chi realmente siamo e accontentare gli altri, fino a sviluppare un vero e proprio malessere psicologico. 

Che ruolo giocano i social, la televisione, quei modelli a cui la gran parte dei giovani si ispirano? 

Qui dobbiamo avere le idee chiare, per mantenerci adulti degni di fiducia e credibili agli occhi dei giovani: i social sono un problema di sponda, non un problema primario. Internet mima la vita, non viceversa. Episodi anche gravi di vessazione o dolore esperiti sui social, raccontano di fatiche che si sono già instaurate anche nella vita reale, e che portiamo anche online. Il virtuale è pericoloso non in quanto causa, ma come immensa cassa di risonanza. 

Su Instagram, su Tik Tik si usano spesso dei "filtri" per apparire perfetti, senza difetti: questo come influenza l'autostima? 

Penalizzandola: l’intenzione di fondo, il messaggio che serpeggia, è che tu con la tua faccia, i tuoi capelli e il tuo corpo non vai bene. Un conto è essere perfettibili, tutto un altro è che per mostrarti al mondo (perché su internet c’è tutto il mondo) debba cambiare. Per questo Dove ha attivato una campagna di sensibilizzazione #nodigitaldistorsion, invitando tutti a prendere posizione contro la distorsione dell’immagine sui social media, con l’obiettivo di promuovere un’immagine positiva del proprio corpo e sostenere lo sviluppo dell’autostima nei giovani.   

Cosa possono e devono fare gli adulti, nei confronti dei giovani, per accrescere la loro autostima? 

Averne per prima una loro che sia degna di questo nome, ovvero essere consapevoli di sé, rifuggire le leggende metropolitane e gli stereotipi, rifiutare le frasi fatte sulla bellezza. Non possiamo trasmettere nulla che non possediamo. A questo proposito Dove ha messo a disposizione un utile strumento, i kit dell’Autostima, che consistono in una raccolta di indicazioni appositamente realizzati per aiutare insegnanti e genitori ad avere un impatto positivo sui giovani, contribuendo a farli sentire a proprio agio e ad avere sicurezza nel proprio corpo.  

Si dovrebbero fare regolarmente lezioni di autostima nelle scuole? Quali vantaggi potrebbero apportare? 

Non ho alcun dubbio su questo: assolutamente sì. La nostra scuola dovrebbe avere programmi ministeriali dedicati all’educazione alla salute, dall’affettività, alla sessualità, all’autostima. Ne va del futuro di noi tutti, investire opportunamente in cultura, benessere, educazione. Io conosco quest’unico modo per darci un senso come persone. 

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