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Sabato, 20 Aprile 2024
Salute Trastevere / Piazza di Sant'Onofrio

Al Bambino Gesù nuova procedura di trattamento per i bambini affetti da HIV

Dal 2023 all'Ospedale Bambino Gesù di Roma si avvierà la sperimentazione per la sospensione della terapia antiretrovirale nei bambini con riserva virale dormiente di HIV

Nella vigilia della Giornata Mondiale contro l'AIDS all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma nasce una nuova procedura per i bambini affetti da HIV con la sperimentazione che partirà dal 2023.

L'Ospedale romano in collaborazione col MIT di Boston ha infatti messo a punto una nuova procedura in grado di caratterizzare la carica virale residua e la risposta immunitaria protettiva a essa associata presente nei pazienti, individuando quei bambini in cui il residuo virale risulta dormiente e quelli in cui tale residuo comporta un rischio di recidiva della malattia.

Con carica virale residua si intende quella quantità di virus che rimane in alcune cellule presenti sui linfociti T delle persone con infezione da HIV. La presenza del residuo, infatti, è ciò che rende necessaria l'assunzione di una terapia antiretrovirale per tutta la vita. Nei bambini che hanno ereditato il virus dalla madre (infezione verticale) e che hanno iniziato la terapia antiretrovirale precocemente, la quantità di questo residuo è ridotta. Tuttavia, per capire le reali possibilità di cura è fondamentale una procedura diagnostica,  la caratterizzazione cellulare del residuo, che richiede il prelievo di una notevole quantità di sangue, spesso difficoltoso trattandosi di bambini. Ogni anno nel mondo si registrano circa 150.000 nuove infezioni pediatriche, per un totale di circa 1.700.000 bambini con infezione da HIV. L’infezione verticale da HIV interessa circa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno.  

Nel corso del 2023 partirà al Bambino Gesù la prima sperimentazione per la sospensione della terapia antiretrovirale nei bambini con riserva virale “dormiente”. Attualmente presso l’Ospedale Pediatrico della Santa Sede sono seguiti circa 100 bambini e ragazzi con infezione da HIV, quasi tutti con infezione verticale

Questa nuova procedura, studiata dai ricercatori delle aree di Immunologia Clinica e Vaccinologia diretta dal prof. Paolo Palma e di Infezioni Complesse e Perinatali della dott.ssa Stefania Bernardi, in collaborazione con l'unità di Aferesi della dott.ssa Giovanna Leone della Medicina Trasfusionale del Bambino Gesù, permetterà di ottenere una quantità ottimale di cellule pronte per la caratterizzazione. Si tratta della leucoaferesi che, attraverso un apposito macchinario, consente di prelevare solamente i globuli bianchi, reimmettendo poi in circolo il resto del sangue. La ricerca è stata indagata la risposta immunitaria protettiva associata alle specificità della riserva virale del singolo paziente: attraverso la caratterizzazione e la tipizzazione del virus residuo è stato così possibile individuare i bambini in cui tale riserva è dormiente e quelli in cui tale riserva comporta, se non adeguatamente trattata, un rischio di recidiva della malattia.  Il procedimento è risultato sicuro per i piccoli pazienti ed efficace, con una resa cellulare fino a 250.000 volte maggiore rispetto alle tradizionali tecniche di prelievo. 

Il professore Paolo Palma responsabile dell’unità di ricerca di Immunologia clinica e Vaccinologia dell’Ospedale ha dichiarato: "Grazie ai risultati ottenuti dai due studi condotti dal Bambino Gesù è ora possibile determinare le caratteristiche della riserva virale dei bambini con infezione verticale da HIV,, individuando se il virus ancora presente nelle loro cellule abbia o meno la capacità di replicarsi, cioè se sia dormiente o attivo. Nei bambini in cui tale riserva si rivela completamente dormiente, sarà possibile procedere alla sospensione terapeutica nell’ambito di uno studio sperimentale controllato. Un traguardo inseguito da anni da medici e ricercatori che si occupano di HIV".

  

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