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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Evita l'amputazione della mano con una protesi su misura realizzata da una stampante 3D

Al Policlinico Gemelli la mano destra di una neo-mamma è stata salvata grazie ad una protesi realizzata da una stampante in 3D. È il primo intervento di questo genere nella storia della medicina

Al Policlinico Gemelli si è scritta una pagina della storia della chirurgia ortopedica. Infatti la mano destra di una neo-mamma è stata salvata grazie all’impianto di una protesi costruita su misura con una stampante 3D. 

La donna (39 anni) era affetta da un tumore raro e aggressivo del polso e rischiava l’amputazione della mano. Per salvarla è stata realizzata una protesi ad hoc in cronocobalto e titanio, con le indicazioni degli ortopedici dell’ospedale, e così la trentanovenne ha potuto riacquistare l’utilizzo della mano. 

L’operazione è stata effettuata da un’équipe altamente specializzata diretta dal professor Giulio Maccauro, direttore della UOC di Ortopedia di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Ortopedia presso l’Università Cattolica, campus di Roma. Insieme a lui, anche il professor Antonio Ziranu, responsabile della UOSD di Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina - Gemelli Isola e ricercatore di ortopedia presso l’Università Cattolica, la dottoressa Elisabetta Pataia, chirurgo orto-plastico (chirurgo plastico ‘dedicato’ all’ortopedia) e il dottorando Camillo Fulchignoni chirurgo della mano entrambi in forze al Policlinico Gemelli. 

Il professor Maccauro descrive i vari passaggi: “Abbiamo contatto un’azienda italiana, la Adler-Ortho, specializzata nella progettazione e produzione di protesi articolari che, partendo dalla TAC della paziente e seguendo le nostre indicazioni, ha realizzato al computer un prototipo, stampato 3D in plastica; lo abbiamo esaminato, chiesto di fare alcune modifiche e a quel punto è stata ‘stampata’ la protesi definitiva in cronocobalto e titanio. Per l’intervento è stato necessario effettuare un doppio accesso dalla parte dorsale e dalla parte volare (inferiore) del polso, per liberare e mettere in sicurezza i vasi, i nervi e i tendini flessori ed estensori della mano. Successivamente abbiamo effettuato una resezione ossea prossimale dell’avambraccio e una resezione distale alla base dei metacarpi, che sono le ossa sulle quali si articolano le dita delle mani. Da ultimo abbiamo posizionato questa protesi, che consente di conservare il movimento delle dita”.

Si tratta di un evento storico perché è il primo intervento realizzato al mondo e nella storia con una protesi costruita su misura con un’accurata riproduzione anatomica e un elevato grado di funzionalità. La ricostruzione del polso con la stabilizzazione radio-metacarpica rappresenta un notevole progresso nel ripristino delle capacità motorie e nella qualità di vita della paziente.

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