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Cura della persona

Tatuatori pronti a riaprire: nella fase 2 appuntamenti online, guanti e mascherina anche per i clienti

Una categoria già abituata a lavorare in sicurezza con mascherine, guanti e camice. Cosa cambierà nella fase 2

Come parrucchieri ed estetisti, anche i tatuatori si preparano alla fase 2. In attesa della data ufficiale di riapertura, che potrebbe essere quella del 18 maggio, in molti stanno provvedendo a sanificare locali, a progettare un modo per prendere appuntamenti in sicurezza.

Quella dei tatuatori, rispetto ad altre, è una categoria già abituata a lavorare con la massima attenzione, per evitare contaminazioni come ci racconta Marco Manzo dal suo studio di Roma. "Molti studi hanno già scritto che riapriranno lunedì 18, ma in realtà dalla Regione Lazio non abbiamo ancora disposizioni, dunque dobbiamo attendere informazioni certe".

Studi di tatuaggi pronti per la fase 2

"Noi tatuatori - spiega Manzo, che è anche docente dei corsi professionali italiani ed europei - rispettiamo già tutte le misure di barriera. Usiamo regolarmente mascherina, guanti, camice, probabilmente adotteremo anche il paraschizzi che dà una difesa in più. Anche il cliente d'ora in poi dovrà indossare guanti, mascherina, camice. La nostra idea è quella di lavorare limitando il più possibile gli accessi a studio, prendendo appuntamenti per mail o per telefono e cercando di elaborare disegni non in studio con il cliente ma, per quanto possibile, a distanza, online". 

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Tribal Tattoo

L'ulteriore sicurezza che gli studi di tatuaggi possono adottare dunque, come spiega a RomaToday Marco Manzo, è proprio quella di organizzare sedute 1 a 1, tatuatore-cliente, disinfettando alla fine di ogni appuntamento e facendo arieggiare gli ambienti.

"I tatuatori sono una categoria responsabile, molti professionisti hanno chiuso prima che lo dicesse il Governo, perché abbiamo capito che la situazione lo richiedeva. Siamo abituati a lavorare stando attenti alle malattie infettive, a cambiare guanti ogni volta che facciamo qualcosa, siamo abituati alle contaminazioni incrociate, preparati a difendere i lettini in una certa maniera, a non toccare o non far toccare determinate cose". 

I mesi di marzo e aprile sono i periodi dell'anno in cui gli studi di tatuaggi lavorano di più. La perdita economica è stata rilevante, ma Marco Manzo riconosce l'importanza di aver preso delle misure tanto drastiche per tutelare la salute dei professionisti e dei clienti.

Studi di tatuatori chiusi, ma gli abusivi vanno avanti

Il lockdown ha fermato i tatuatori professionisti, ma non gli abusivi. Un problema ad oggi ancora più importante da combattere: "L'abusivismo è andato avanti in questo tempo. Noi - spiega a Romatoday Marco Manzo - abbiamo 1350 studi autorizzati nel Lazio e circa 20mila abusivi. Abbiamo sentito di persone che hanno continuato a tatuarsi anche in questo periodo di lockdown". L'abusivismo va avanti, ma Marco Manzo sostiene che, dopo questa crisi, a resistere saranno soltanto coloro che lavoreranno al massimo della professionalità, dando garanzie di sicurezza e igiene: "Saranno valorizzati e continueranno a stare in piedi, probabilmente, tutti quelli che rispetteranno a pieno le norme igienico sanitarie. Anche in passato, quando sono uscite polemiche su colori tossici e altri pericoli, chi dava delle garanzie è andato avanti. Spero che le persone capiscano, ora più che mai, che andare da un abusivo è pericoloso. Possono utilizzare pigmenti non a norma, i piani di lavoro potrebbero non essere in materiale ben disinfettabile. Potrebbero non aver seguito corsi professionali. Se i rischi in passato erano epatite, aids, ora si è aggiunto il Coronavirus".

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