Virus sinciziale a Roma, il pediatria del Bambin Gesù: "Ecco cosa possono fare i genitori"
Nelle scorse settimane ha colpito anche Vittoria, la figlia di sette mesi di Chiara Ferragni e Fedez. Si trasmette per via aerea, attraverso l'inalazione di goccioline generate da uno starnuto o dalla tosse
Il virus sinciziale (detto anche Vrs) a Roma sta impegnando i pediatri e i medici dei pronto soccorso e delle terapie intensive che seguono i piccoli malati. Al Bambin Gesù gli accessi al pronto soccorso per virus sinciziale - lo stesso che ha contratto Vittoria, la figlia di 7 mesi di Chiara Ferragni e Fedez - sono iniziati con un anticipo di circa un mese e mezzo (fine ottobre 2021) contro il trend consueto (2019 e anni precedenti) che vedeva un'impennata dei casi a fine dicembre.
Ad oggi si contano tra i 220 e i 250 accessi di pazienti al giorno al pronto soccorso di Roma e circa 120 al di Palidoro. Piccoli malati che arrivano ai due poli del Bambin Gesù con ogni tipo di malattia. Di questi, circa 40-45 bambini al giorno, contati in media tra i due nosocomi, sono affetti da bronchioliti, la maggior parte dei quali di età inferiore ai 3 mesi di vita.
"Le bronchiti di quest'anno iniziate molto prima, arrivano dalla Francia, poi il virus è sceso al nord Italia e ha raggiunto Roma", spiega a RomaToday il dottor Antonino Reale, responsabile della pediatria dell'emergenza del Bambin Gesù, che aggiunge: "Ad oggi abbiamo 45 piccoli ricoverati in ospedale per virus sinciziale. Dopo una prima difficoltà, abbiamo affrontato bene questa emergenza e non c'è nessuno in attesa di ricovero. Siamo riusciti a trovare posto per tutti".
Il punto al Bambin Gesù
"Mediamente se ne vediamo 20 giorno, 8-9 li ricoveriamo e gli altri li mandiamo a casa con una terapia. Siamo poco sotto il 50% di ricoveri di quelli che accedono al pronto soccorso. - sottolinea il dottor Reale - La terapia, ossia necessaria di ossigeno e di reidratazione endovenosa, può essere fatta solo in ospedale. I malati più gravi sono soprattutto i neonati, quelli dei primi mesi di vita, oppure i pazienti un po' più fragili", dice il dottor che però tranquillizza: "Le bronchioliti sono il 10% del totale dei piccoli pazienti malati. Il contagio ora è contenuto".
Il virus respiratorio sinciziale è la causa più comune di bronchiolite (infiammazione delle piccole vie aeree dei polmoni) e di polmonite nei bambini sotto i due anni, ma può infettare bambini di qualsiasi età, anche se è più comune in quelli tra i 2 e gli 8 mesi. La maggior parte dei bambini viene infettata almeno una volta nei primi due anni di vita ma non sempre sviluppano manifestazioni gravi.
Come si cura il virus sinciziale
E come si cura? "Non ci sono farmaci o vaccini specifici per trattare le malattie causate da questo virus. - illustra il dottor Reale - La cura si basa sul trattamento degli effetti del virus sul sistema respiratorio. Inoltre essendo la malattia di tipo virale gli antibiotici sono totalmente inutili. Il trattamento dei sintomi nei casi più gravi può includere un supplemento di ossigeno se vi è insufficienza respiratoria (saturazione inferiore a 92%), infondere liquidi per via endovenosa (per prevenire la disidratazione), alimentare tramite un tubicino che dal naso va nello stomaco" ed eventualmente "usare farmaci broncodilatatori per aerosol per aprire le vie respiratori oppure impiegare farmaci antivirali".
Come si devono comportare i genitori
"La fase iniziale del Vrs nei neonati e nei bambini piccoli è spesso lieve, simile al raffreddore", avverte il responsabile della pediatria dell'emergenza del Bambin Gesù: "Ogni bambino può presentare i sintomi in modo diverso, ma i più comuni sono quelli dell'influenza. Bisogna però prestare attenzione all'escalation degli eventi. Iniziamo sempre con raffreddore e tosse. Abitualmente gli "untori" sono i fratellini oppure i genitori stessi. Se il virus sinciziale nei bambini più grandi da un semplice raffreddore o tosse, nei piccoli invece inizia con rinite, quindi raffreddore, poi con la tosse e dopo 4-5 giorni si registrano difficoltà respiratorie fino alla perdita di appetito perché si fa fatica e respirare".
"Il genitore deve notare se c'è questa progressione della malattia che comporta alla difficoltà respiratoria. In realtà è molto semplice da vedere perché si nota il bimbo affaticato, non bisogna farsi prendere dal panico. Il caso di identificazione della malattia, a quel punto bisognerà sentire il proprio pediatra di famiglia che valuterà il da farsi. In caso dubbio, se è sabato, domenica, è notte e non si trova il proprio pediatra, qui al Bambin Gesù siamo sempre pronti. Qui al pronto soccorso, possiamo anche fare la saturazione dell'ossigeno per avere un quadro ancora più completo", dice il dottor Reale che aggiunge: "I bambini possono anche essere reinfettati dal virus perché una prima infezione da Virus Respiratorio Sinciziale non li rende completamente immuni; in genere, però, le infezioni successive sono più lievi della prima".