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Attualità Appia Antica Nord / Via Appia Nuova, 1092

Fontane che zampillano vino nella cantina imperiale: la scoperta nella Villa dei Quintili

Pubblicato l'articolo scientifico che ricostruisce la scoperta avvenuta con lo scavo del 2018

Una zona di pigiatura dell’uva, due presse, un tino per far decantare il mosto ed un sistema di canali per convogliare il vino nella cella dove erano custodite le giare. Nel suburbio romano, al km 5 della regina viarum, è presente un tesoro che pochi conoscono e soprattutto che non ha eguali: un’antica cantina di portata “imperiale”.

Gli scavi nella Villa dei Quintili

La scoperta è avvenuta grazie agli scavi condotti tra il 2017 ed il 2018 nella Villa dei Quintili, all’interno del parco dell’Appia Antica. I risultati di quel lavoro sono appena stati pubblicati su Antiquity  in un articolo firmato dall’archeologo Emlyn Dodd, assistente alla direzione della British School at Rome ed esperto di antica produzione di vino, e da Riccardo Frontoni e Giuliana Galli, che sotto la guida del parco archeologico dell’Appia Antica, avevano avviato gli scavi. 

Come funzionava 

Ciò che è emerso è stato sorprendente, soprattutto per la qualità, per la ricerca dei materiali scelti e per l’effetto scenografico appositamente studiato. Il meccanismo di produzione del vino, ricostruito nel dettaglio, consentiva di passare dalla fase della pigiatura, con le vinacce depositate in ceste di giunco e convogliate in presse meccaniche, fino alla fase di quella che poteva essere la mescita. 

L'origine incerta dell'antica cantina

La Villa dei Consoli Quintili, una proprietà che si ergeva su 24 ettari lungo la via Appia Antica, dopo il loro omicidio, avvenuto nel II secolo d.C. passò in mano all’imperatore Commodo. Non è ancora chiaro se la costruzione della cantina sia avvenuta in quel periodo o in una fase successiva. Ciò che è certo, è che La Villa dei Quintilii "era un'incredibile mini città – ha spiegato  Emlyn Dodd  - completata da una cantina per l'imperatore stesso per assecondare le sue tendenze bacchiche”. Se sia stato Commodo o un suo successore a beneficiarne, è ancora oggetto di dibattito.

Un luogo teatrale ed elegante

La cantina, a prescindere dell’imperatore che l’ha fatta realizzare, si presentava come una sorta di ninfeo, con cinque nicchie dalla forma, alternata, semicircolare e rettangolare. La particolare struttura finiva col creare un teatrale effetto fontana, al cui interno sgorgava il mosto appena spremuto. Mosto che all’occorrenza veniva mescolato con l’acqua attraverso appositi rubinetti. Quindi oltre che un enoteca, dove il vino veniva conservato in apposite giare, nella villa c’era anche la possibilità di effettuare delle raffinate degustazioni, tra preziosi marmi ed eleganti arredi imperiali.
 

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