Con un’iniezione intramuscolare della dose di vaccino sul primo volontario, è stata inaugurata nella mattinata di lunedì 24 agosto, l’avvio della sperimentazione sull’uomo del vaccino italiano prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera.
Per la ricevente inizia l’iter che la porterà nei prossimi mesi a sottoporsi a una serie di ravvicinati controlli periodici che serviranno ai ricercatori per verificare la sicurezza e la tollerabilità del vaccino, nonché eventuali effetti collaterali. “Nelle prossime 24 settimane saranno sottoposti a sperimentazione tutti i 90 volontari scelti dallo Spallanzani, su 4mila che si erano proposti - spiega Francesco Vaia, direttore Sanitario dell’Istututo -. Se tutto va come ci auguriamo prevediamo di avere il vaccino per la prossima primavera”.
La sperimentazione, messa a punto da un team di ricercatori e clinici dello Spallanzani in collaborazione con ReiThera, sarà effettuata su novanta volontari suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età superiore ai 65 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuno dei quali verrà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale. Una parte della sperimentazione sarà effettuata presso il Centro Ricerche Cliniche - Policlinico G.B. Rossi di Verona. Se i primi risultati della fase 1 saranno positivi, entro la fine dell’anno potranno prendere il via le fasi 2 e 3, che saranno condotte su un numero maggiore di volontari anche in Paesi dove la circolazione del virus è più attiva.
“Quella di oggi è una tappa importante nella lotta contro il Coronavirus”, dice Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e segretario del Partito democratico -. Un percorso così deciso perché crediamo nel fatto che deve essere pubblico e somministrato a tutti coloro che ne avranno bisogno”. Un percorso iniziato lo scorso marzo, con l’impegno del ministero della Ricerca Scientifica e la Regione Lazio che, d’intesa con il ministero della Salute, hanno deciso di finanziare il progetto con 8 milioni di euro (di cui 5 a carico della Regione e 3 del Mur), individuando nell’INMI “Lazzaro Spallanzani” di Roma e nel Consiglio nazionale delle ricerche i partner operativi per la realizzazione della sperimentazione.
Il vaccino GRAd-COV2 utilizza la tecnologia del “vettore adenovirale non-replicativo”, ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale agisce come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike (S) nelle cellule umane. Questa proteina è la “chiave” attraverso la quale il coronavirus, legandosi ai recettori ACE2 presenti all’esterno delle cellule polmonari, riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano. La presenza della proteina estranea innesca la risposta del sistema immunitario contro il virus.