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VIDEO | Storie di tossicodipendenza, quando l'eroina diventa unica ragione di vita

Le testimonianze di tre ospiti di Villa Maraini di Roma, comunità terapeutica da anni in prima linea nella lotta alla droga

Quella “luna di miele” che unisce una persona alle sostanza stupefacenti. Quella sensazione che ti fa sentire invincibile, che distorce la realtà, che ti fa sentire bene. Una sensazione che si esaurisce col passare del tempo, della dipendenza soprattutto da eroina, che ha in effetti una scadenza e che ti porta alla misera, al privarsi di se stesso e del mondo che ti circonda.

Storie di tossicodipendenza. Dello sforzo e della fatica nel rialzarsi in piedi attraverso la testimonianza di tre ragazzi seguiti dalla comunità di Villa Maraini, a cui abbiamo dato tre nomi di fantasia per tutelarne l’identità. “Mattia” ha 53 anni ed ha alle spalle 27 anni di dipendenza dalle droghe. Inizia a 14 anni con l’uso di hashish, insieme ad un amico, per poi ritrovarsi con l’ago al braccio “per una scelta ponderata - racconta -, volevo provare l’eroina e fino ad una certo periodo sono anche riuscito a controllarla. Poi lei ha controllato me”. “Fabio” ha 32 anni, di buona famiglia, il suo avvicinamento alle droghe arriva in giovane età. A 16 anni la prima pera: “Stavo con una ragazza più grande di cui ero innamorato e lei si faceva - spiega -, ne ero affascinato e un giorno le ho chiesto di farmi. Non ci sono caduto subito, in un secondo momento, ed è stata la mia tragedia”. Se l’amore ha condannato di fatto “Fabio” alla dipendenza da eroina, l’amore salvò “Giovanni”, 48 anni nato e cresciuto a Tor Bella Monaca, pulito per dieci anni, un periodo in cui si è sposato ed ha avuto due figli. Poi la ricaduta dalla quale tenta con tutte le sue forze di uscirne. “Ho iniziato a 14 anni e subito con cocaina ed eroina - racconta - avevo dei forti disagi in casa e sposai la strada. Furti, rapine, droga. Tutto con i miei compagni, il branco. Oggi sono l’unico sopravvissuto, sono morti tutti. Mi sento un miracolato”.

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Tre vite che si possono salvare. Che ne stanno uscendo. Seguiti in un percorso terapeutico che Villa Maraini offre a chi, volontariamente, decide si smettere di drogarsi. Tre persone che hanno vissuto la miseria e la solitudine di una dipendenza da droghe e che, pensando ai fatti di cronaca che hanno coinvolto Desirèe Mariottini e Pamela Matropietro, che proprio in questa struttura di via Ramazzini aveva tentato di disintossicarsi, provano una certa empatia: “La droga se sei un soggetto debole ti porta a fare di tutto - dice ‘Fabio’ - quando ho letto della vicenda di Desirèe mi sono rivisto, ho compreso quella fase di innamoramento dell’eroina che distorce la realtà, e che ti porta in un contesto come quello senza rendertene conto. Mi sono addolorato della sua fine”

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