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VIDEO | Sgomberata con un figlio di due anni da una casa Ater: "Siamo noi i criminali?"

Debora e suo figlio sono stati sgomberati da un alloggio popolare nel blitz dello scorso 9 marzo e oggi sono senza una casa

Debora, 40 anni e madre di un bambino di due, passa sotto quella che era la sua casa fino a pochi giorni fa. Attaccato sulla porta, a cui è stata ovviamente cambiata la serratura, l’avviso della Polizia locale: “L’alloggio è stato restituito ad Ater”.

Era il 9 marzo, giorno in cui con un blitz le forze dell’ordine hanno eseguito una serie di sfratti nel quartiere di San Basilio ai danni di chi in quegli alloggi viveva senza titolo. E da allora Debora si è appoggiata dalla madre: “Ma non posso restare li, gli spazi sono limitati e mio figlio merita di vivere in una casa sua”, dice.

La sua colpa è di non potersi permettere un affitto a libero mercato, ragione per cui nel 2017 ha deciso di occupare questa casa che era rimasta vuota da tempo: “Stavo regolarizzando la mia posizione con il mio avvocato e avevo un’udienza il 18 marzo - spiega Debora -, mai avrei pensato mi buttassero fuori nel frattempo, semmai dopo, ad esito negativo dell'udienza. Se il loro obiettivo era quello di colpire i criminali, la malavita, hanno sbagliato persona. Io mi arrangio facendo le pulizie e il padre di mio figlio fa l’operaio. Siamo persone umili ma non certo criminali”.

“Nel giro di tre settimane ci sono stati tre blitz ed hanno sgomberato dalle 14 alle 16 famiglie, sicuramente tra loro c’è chi ha problemi con la giustizia ma si parla ogni volta di un caso, mentre le altre sono famiglie oneste ma con lavori precari e in difficoltà economica - dice Michelangelo Giglio, sindacalista di Asia Usb - non hanno nulla a che vedere con la criminalità organizzata, così come la vuole vedere il sindaco Gualtieri e il presidente Zingaretti, ma è chiaro che con questa storia cacciano via le persone che non rientrano nella sanatoria”. Sanatoria che, come da legge regionale, “riguarderebbe solo le persone senza titolo entrate negli alloggi entro col 2014”. “Molte di queste famiglie sono in attesa di risposta per la regolarizzazione temporanea, come indicato dalla disposizione regionale - continua Giglio -, ma nel frattempo è arrivato lo sgombero”.

Debora ammette che la domanda per la casa popolare non l’ha mai fatta: “Sento gente che attende anche da 20 anni e quindi ero scoraggiata”, dice. Un altro fallimento della politica, che lascia di conseguenza le persone senza speranza e che vedono come unica soluzione quella di prenderselo da se un alloggio. Un reato occupare, su questo non si discute. Ma bisognerebbe cominciare ad interrogarsi sul perché in tanti, pur di mettere un tetto sulla testa dei propri figli, scelgono di compiere un gesto come questo.

Mentre tra gli abitanti del quartiere sale la paura di “essere i prossimi”. “Se di legalità si vuol parlare - conclude Giglio - allora bisognerebbe attuare la nostra Costituzione nella quale viene indicato che ogni cittadino deve avere un lavoro pagato dignitosamente e una casa in cui vivere”.

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