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Venerdì, 19 Aprile 2024

VIDEO | Da Leopoli a Roma: la Croce rossa porta in Italia 83 profughi ucraini. Il più piccolo ha solo tre mesi

Sono 83 le persone tratte in salvo da Leopoli e che dopo due giorni di viaggio hanno raggiunto la loro destinazione in diverse regioni d’Italia

Lo sguardo stanco. Il sollievo di chi è riuscito a mettersi in salvo. Il sorriso dei bambini che, come venisse raccontato, non sanno cosa sia la guerra e che la loro casa non c’è più: “I genitori hanno preferito tutelarli così”, spiega l’interprete. Sono le 9 del mattino, di martedì 22 marzo, quando il primo pullman del convoglio di Croce Rossa italiana rientra alla base operativa del Trullo, a Roma. La prima missione di evacuazione che visto la partecipazione di una trentina di operatori e 36 mezzi, per trarre in salvo 83 persone in coordinamento con la Croce rossa ucraina. Il più piccolino ha solo tre mesi, nato lo scorso dicembre quanto il terrore del complotto appariva ancora uno scenario impensabile.

Si tratta di persone fragili tra cui bambini, anziani e diversamente abili in fuga dall'emergenza e che provengono da ogni parte del Paese, da Lutsk a Kharhiv fino a Kiev. La Cri prima della partenza, ha effettuato un triage in una struttura sanitaria nel sud di Leopoli. Come Tatiana e sua madre Nina, in fuga da Kharkiv, una delle città maggiormente colpite dai missili russi: "Siamo grate di poter essere qui, spero tanto di poter ricambiare il vostro aiuto", dice Tatiana con un filo di voce.

“Grazie alla perfetta collaborazione con il dipartimento di Protezione civile queste persone troveranno adeguata protezione e sistemazione nel nostro Paese”, sottolinea Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana e della Federazione internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa (Ifrc). "Grande il supporto del terzo settore che ha permesso di trovare in tempi rapidissimi strutture protette per l'accoglienza di queste persone fragili evacuate dall'Ucraina - dice invece Fabrizio Curcio, Capo dipartimento Protezione civile -. Ulteriore conferma che la complessità dello scenario in cui operiamo richiede una risposta sinergica."

Ignazio Schintu, direttore operazioni, emergenze e soccorsi della Croce Rossa italiana invece ricorda: “Entrare in un paese in guerra con un convoglio come questo non è stato semplice, ma noi operiamo sempre e solo in coordinamento con i colleghi della Croce rossa ucraina e nel massimo delle condizioni di sicurezza”. “Non sappiamo ancora quando ripartiremo - conclude Schintu -, ma siamo pronti”.

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