rotate-mobile

VIDEO | Rastrellamento del Quadraro, Domenico ricorda il padre deportato: "Quello che ti fanno non lo scordi più"

Fu proprio lui ad aprire la porta ai tedeschi e malgrado avesse solo 5 anni ricorda molto di quella notte, ma soprattuto come tornò suo padre dopo due anni di sofferenze

Se si guarda con attenzione si può ancora leggere quel che resta dell’insegna: parrucchiere. In via dei Quintili 60, al Quadraro, il tempo in un certo senso si è fermato, anche se in pochi forse sanno che quella serranda è chiusa ormai da 78 anni, da quando il parrucchiere che aveva fatto proprio li la sua bottega, Salvatore Carbutti, fu prelevato dai fascisti e dai funzionari delle SS alle 5:30 del mattino del 17 aprile 1944.

Il figlio Domenico, 84 anni, torna qui dopo tanto tempo in occasione della celebrazione che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha tenuto in occasione dell’anniversario del rastrellamento del Quadraro. Ma provando ancora una forte commozione. “Non sono mai venuto alle celebrazioni perché non volevo ricordare, fa ancora male - dice Domenico, ma mio figlio mi ha convinto ed eccoci qui”. Il figlio Stefano e il nipote Zeno, 5 anni a mezzo, lo accompagnano per quelle strade del quartiere dove è nato e cresciuto, e dove ha vissuto i dolori della guerra, tenendolo per mano.

“Mio padre era un socialista e quindi lo detestavano - ricorda Domenico -, di conseguenza quella mattina lo prelevarono con la forza e lo portarono via. Successivamente i fascisti tornarono e distrussero il suo negozio per ritorsione, da allora non ha più riaperto. Mio padre si salvò dalla camera a gas, riuscì a scappare dal treno alla stazione di Campo Marte a Firenze, tornò dopo due anni che pesava 30 chili, non lo riconoscevo”.

“La notte in cui da Roma presi il treno per raggiungere Trento, dove vivo, perché stava per nascere mio figlio - racconta Stefano Carbutti, figlio di Domenico - alla stazione di Firenze vidi una targa in ricordo del rastrellamento del Quadraro, proprio li dove passò e fuggì mio nonno. Lo percepii come un segno del destino e benché mi avessero raccontato quegli anni, mio padre e mio nonno, volevo saperne di più. Tanto che ora spingo affinché mio figlio Zeno possa sentire la memoria diretta di quei fatti proprio dalla voce di suo nonno”.

Video popolari

VIDEO | Rastrellamento del Quadraro, Domenico ricorda il padre deportato: "Quello che ti fanno non lo scordi più"

RomaToday è in caricamento