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Venerdì, 19 Aprile 2024

VIDEO | Rifugiati accampati per accedere all’ufficio immigrazione: "Dammi 800 euro e ti faccio entrare"

La denuncia di uno dei tanti richiedenti asilo che da tempo prova ad avviare la pratica: “Un giorno mi si è avvicinato questo tizio e mi ha detto che dovevo pagare per entrare”

“Voglio 800 euro, 500 subito e il resto quando finiamo tutto”. Questo quanto si è sentito rispondere Enrique (nome di fantasia, per tutelare la sua identità) da chi gli ha promesso di aiutarlo a superare la fila che, da giorni (e dormendo li fuori) sta facendo in via Teofilo Patini. Il modus operandi è semplice: avvicina le sue “prede” nell’accampamento spontaneo che ormai da giorni, come raccontato da RomaToday, vede decine di richiedenti asilo dormire al freddo pur di mantenere il posto in coda ed accedere all’ufficio immigrazione di Tor Sapienza, e con una certa accortezza lancia la sua "proposta".

“Mi ha avvicinato lui quando ha visto che per l’ennesimo giorno, secondo in fila, non sono entrato - racconta Enrique -. Allora mi ha detto chiaramente che per farlo dovevo pagare, e quando gli ho chiesto informazioni mi ha detto di allontanarci”. Troppi occhi, e orecchie indiscrete, davanti all’ufficio della questura evidentemente. “Ha voluto vedere i miei documenti perchè senza non mi avrebbe detto nulla - continua Enrique -. Quindi mi ha fatto aspettare tre giorni e alla fine mi ha detto quanto voleva”.

RomaToday ha potuto sentire e verificare il contenuto di quest’audio ricevuto sul telefono di Enrique: “Sono in Italia perché ho denunciato la corruzione nel mio Paese e sono dovuto scappare - continua -, mai accetterò una cosa simile. Ma sono venti giorni che provo a entrare negli uffici e non ci sono ancora riuscito”. E senza documenti non si può ne lavorare ne trovare una casa in cui vivere.

Una situazione inaccettabile, dal punto di vista umano certo, ma anche da quello della burocrazia, visto che mettersi in coda (ed accamparsi in questo modo) sembra l’unico modo per poter chiedere un primo appuntamento utile ad avviare la pratica di asilo politico. Con una lista scritta a mano, chi fa i turni qui mentre il resto della giornata lavora, chi si fa pagare per passare la notte al posto di un altro al prezzo che va dai 15 ai 30 euro circa.

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Su questo accampamento disumano, interviene anche la politica: “Da consigliere capitolino di Europa Verde Ecologista faccio appello al dialogo interistituzionale tra prefettura, questura, Roma Capitale e municipio affinché si possa arrivare nell’immediato a una soluzione condivisa che tuteli prioritariamente la dignità delle persone e ne preservi i diritti fondamentali garantiti dal nostro ordinamento legislativo - chiede Nando Bonessio attraverso una nota -. Nessuno può rimanere indifferente di fronte a quanto sta accendendo a Tor Sapienza”. Agenti di Polizia locale hanno raggiunto le "tende" nella serata di ieri, lunedì 27 febbraio: “Il paradosso è che a pochi metri da lì si trovano le nostre autopattuglie a piantonare da anni l'ingresso del limitrofo campo nomadi di via Salviati -  scrive Marco Milani, segretario romano del Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale) -. Quello a cui assistiamo è il risultato del cattivo impiego dei gruppi speciali, alcuni tra i colleghi impegnati hanno poi espresso la loro preoccupazione per la sicurezza stradale in via Patini, che dovrebbe essere uno dei compiti principali per chi svolge il nostro lavoro”.

Enrique si è anche rivolto all’Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) per denunciare questa situazione e avere un aiuto, ma a distanza di giorni non ha ottenuto nessuna risposta: “Tornerò in strada e spero che arrivi presto il mio turno, non ho altra scelta”.

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