VIDEO | Occupazione a La Sapienza, da qui il futuro del movimento studentesco di Roma
Regolare svolgimento delle lezioni garantito fin dal mattino di oggi, venerdì 28 ottobre, mentre il coordinamento dei collettivi del primo ateneo della Capitale continua a chiedere le dimissioni della rettrice Polimeni
Un’occupazione simbolica, nata dalla volontà di dare una risposta ai fatti accaduti lo scorso 25 ottobre, con le manganellate sugli studenti da parte della polizia.
E proprio da quel cortile, teatro degli scontri, gli studenti dell’università La Sapienza di Roma, hanno spiegato le ragioni che li hanno portati ad occupare la facoltà di Scienze politiche la scorsa notte, a seguito di una partecipata assemblea pubblica. “L’assemblea è stata un primo momento di rivendicazione, costruzione e immaginazione di un’università alternativa a quella che viviamo ogni giorno - leggono gli studenti durante la conferenza stampa convocata stamattina, venerdì 28 ottobre -. Vogliamo ricostruire il nostro futuro, e per farlo partiremo dall’università provando a ribaltare il nostro ruolo da quello di utenti a protagonisti”.
L’orizzonte è senza dubbio la mobilitazione nazionale della scuola del prossimo 18 novembre: “Era da tempo che non si vedeva una partecipazione così, ed è uno stimolo importante per ricompattare il movimento universitario - spiega Daniele Agostini del Fronte della gioventù comunista -. Quanto accaduto qui è stato inaspettato ed ha delle responsabilità precide, dalla Rettrice alla repressione delle proteste studentesche che vengono ormai gestite come ordine pubblico". La richiesta di dimissioni di Alessia Polimeni, rettrice de La Sapienza, resta una delle richieste principali: “Non ha preso una vera posizione su quanto accaduto, eppure dovrebbe essere la rettrice degli studenti”, ricorda Aurora Mocci del collettivo di Scienze politiche.
Polimeni con una nota diramata per commentare quanto accaduto martedì, ha ribadito il fatto che “l’associazione studentesca Azione Universitaria ha organizzato un convegno regolarmente autorizzato”, e che “vista la particolare veemenza delle proteste di un gruppo di persone intenzionate a entrare in aula per interrompere il convegno, il dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma ha deciso di intervenire per garantire la sicurezza collettiva - conclude la rettrice -. L’università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente. Condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo, ad ogni individuo che agisca secondo i principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee”.
C'è anche chi è contrario all'occupazione: "La maggior parte degli studenti chiede che vengano garantite le lezioni e il diritto allo studio - dice Alessandro Pancalli, rappresentante degli studenti del dipartimento di Scienze politiche, eletto con 'Sapienza in movimento' -, nonostante questa sia una protesta giusta, ovvero nei confrotni di una violenza subita in questo cortile".
Al termine della conferenza, gli studenti ricordano quanto accaduto al policlinico universitario Umberto I, dove una studentessa è stata stuprata durante il turno di tirocinio : “Esprimiamo massima solidarietà alla collega - concludono -. Pretendiamo che aule, strade, luoghi di lavoro e di studio siano spazi sicuri. Sorella non sei sola”.