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La Malamovida unisce i quartieri di Roma: da piazza Bologna nasce il fronte comune. Assenti le istituzioni

L’assemblea pubblica organizzata nel pomeriggio di giovedì 1 luglio a piazza Bologna organizzata dai comitati dei quartieri della movida romana

San Lorenzo, Trastevere, Campo Marzio, Rione Monti e, ovviamente piazza Bologna. Questi sono solo alcuni dei quartieri, rappresentati dalle loro associazioni di residenti, che hanno preso parte all’assemblea pubblica organizzata nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 1 luglio, a piazza Bologna.

Un appuntamento agevolato dal consigliere comunale del Partito democratico, Orlando Corsetti, con l’idea di “unire le forze contro la malamovida” che, soprattutto nelle ultime settimane, è balzata agli onori della cronaca per risse, lanci di bottiglie contro gli agenti di polizia, bivacchi e schiamazzi fino all’alba.

Eppure la movida c’è sempre stata, che sia l’anno di pandemia alle spalle, con le sue restrizioni, ad aver peggiorato la situazione? “Non mi piace parlare di questo perché i ragazzi sono gli stessi di prima e i problemi anche, solo che ora si sentono legittimati a fare quello che vogliono - risponde Simonetta Marcellini del comitato Emergenza Trastevere -. Manca il controllo del territorio, da noi presidiano una piazza Trilussa vuota mentre nei vicoli si scatena la guerriglia urbana”. “Orde di minorenni, a cui vengono somministrati shottini ad un euro, invadono il quartiere ogni sera - dice Katia Pace del comitato di quartiere di San Lorenzo -, la morte di Desirée Mariottini non ha insegnato niente”.

Per tutti la richiesta di maggiore controllo, limitazioni nella vendita degli alcolici, la predisposizione di luoghi più adatti in cui “far sfogare i giovanissimi”. Ma anche la consapevolezza che il lavoro delle forze dell’ordine sia insufficiente: “Ad un certo punto se chiami non rispondono più perché immagino siano già sommersi dalle richieste - spiega una residente con il balcone che affaccia proprio su piazza Bologna -. Bevono, vandalizzano auto e strade, non dormiamo più”.

In molti raccontano come i quartieri, in una narrazione comune tra associazioni, ad un certo orario gli avventori dei locali di zona vengano di fatto sostituiti da ragazzi che arrivano in comitiva da fuori: “Che magari comprano alcolici ai supermercati o dagli alimentari, e non li fermi più”.

In piazza anche ragazzi che condividono gli stessi problemi dei vicini di casa più adulti. Ma anche alcuni esercenti della zona di piazza Bologna: “Noi siamo i primi a rispettare le regole e a farle rispettare ai nostri clienti, ma se ci sono ragazzi che delinquono, serve un intervento tempestivo delle forze di polizia, di certo non possiamo farlo noi”, spiega Cisko di Bancone Bologna.

Ma la stretta che si vuole mettere sulla movida non rischia di richiamare al proibizionismo? “Assolutamente noi siamo i primi a non voler militarizzare le strade di Roma - spiega Corsetti -, ma un regolamento di polizia urbana c’è e vogliamo solo che vengono rispettate le regole”.

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