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VIDEO | L'occupazione di viale delle Provincie non esiste più: assegnati 141 alloggi popolari

La riconsegna del palazzo è avvenuta nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 31 agosto, senza l'uso della forza pubblica e dando ad ogni famiglia che ne aveva diritto una reale alternativa

"Chiudi, tutti fuori", dice uno degli occupanti mentre fa scorrere davanti a se il grosso cancello, facendo uscire l’ultimo “inquilino” del palazzo occupato di viale delle Provincie. Dopo un lungo lavoro di mediazione e la messa a disposizione degli alloggi da parte di Comune di Roma e Ater l’immobile, in cima alla lista degli sgomberi, è stato liberato e riconsegnato alla proprietà. Senza l’utilizzo della forza pubblica, né le scene drammatiche e di resistenza che questa città ci ha mostrato in passato. "Un grande risultato, nella sconfitta di aver perso la funzione sociale di un palazzo che era, a suo tempo, patrimonio pubblico - ricorda Paolo Di Vetta dei movimento per il diritto all’abitare -, ma queste famiglie ora hanno una casa e ne siamo felici".

L’ex stabile Inpdai, occupato nel 2012, è stato quindi restituito al legittimo proprietario. Con 141 alloggi popolari assegnati, di cui 7 in cohousing, reperiti attraverso il lavoro in sinergia tra Roma Capitale, la Prefettura di Roma, la Regione Lazio e l’Ater. Una risposta data a circa 400 persone in emergenza abitativa, con il passaggio da casa a casa. "Sono orgoglioso del lavoro svolto dagli uffici del Dipartimento che, insieme all’Ater, hanno ascoltato e supportato i singoli nuclei nell’individuazione delle soluzioni, nel rispetto delle norme e delle singole esigenze - dice l’assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche abitative, Tobia Zevi -. Abbiamo accompagnato così le famiglie che avevano diritto verso una nuova soluzione alloggiativa".

In particolare, l’Ater della Regione Lazio ha messo a disposizione 102 alloggi per 106 nuclei familiari, di cui 4 famiglie in co-housing, mentre il Comune di Roma ha consegnato 39 alloggi a 42 nuclei, di cui 3 in co-housing. Tutte le famiglie che hanno ricevuto un alloggio hanno i requisiti per accedere all’edilizia residenziale pubblica, mentre 5 nuclei familiari che non avevano tali requisiti e la documentazione in regola sono stati presi in carico dalla sala operativa sociale di Roma Capitale.

Un altro tassello di quel “modello Lazio” che, come ricorda l’Assessore regionale, Massimilano Valeriani, si aggiunge ad altre sei situazioni analoghe risolte negli ultimi quattro anni: via Carlo Felice, dove l’occupazione andava avanti dal 2004, via Maria Adelaide, edificio occupato dal 2005, cosi come quello del Laurentino, poi via del Caravaggio e Valle Fiorita. “Si tratta di sei immobili restituiti ai legittimi proprietari e 1.200 persone, tra cui molti bambini, che hanno ricevuto un alloggio dignitoso - spiega Valeriani -. Il ‘modello Lazio’ è la risposta concreta alle circolari Salvini, che prevedevano solo il ricorso alla forza pubblica, senza alcun rispetto per le persone più deboli, con scontri e conseguenze drammatiche per il tessuto sociale della città”.

Soddisfazione, ma anche tanta commozione. Non solo tra chi in quelle mura ha trovato un riparo dalla strada per poi mettersi in prima linea nella lotta per la casa, ma anche tra chi ha seguito la loro vicenda come istituzione di prossimità: “Sono cittadini di questo municipio e che ora saranno della città, a cui abbiamo riconosciuto un diritto”, sottolinea Francesca Del Bello, presidente del II municipio di Roma. “Lo sforzo fatto per questa emergenza dovrebbe essere messo in campo anche per far scorrere la graduatoria, altrimenti si finisce solo con l’ennesima guerra tra poveri - conclude Di Vetta -. La battaglia per la casa andrà avanti, sono molte le case vuote in questa città a fronte di tante persone povere e che non sanno dove vivere”.

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