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VIDEO | "Io apro" e i vigili entrano nel locale del giovane ristoratore romano: "La nostra è una necessità"

I controlli dei caschi bianchi nei confronti di un'attività che ha deciso di aprire malgrado i divieti. Il ristoratore: "Non siamo criminali, dobbiamo lavorare"

“La prima cosa che ho detto agli agenti è stata che apro per necessità, dobbiamo lavorare altrimenti qui si chiude tutto”. Antonio Russo ha 26 anni ed è un giovane ristoratore romano. La sua attività ha festeggiato solo due compleanni, di cui uno durante la pandemia.

Una situazione difficile da affrontare e che l’ha messo al fianco di tanti suoi colleghi aderendo all’iniziativa “Io apro” lanciata dall’associazione Mio Italia perché “rischiare una multa è ormai l’ultimo die mali che mi può succedere”. Apparecchiati i tavolini dentro e fuori il locale, arriva sul posto una prima pattuglia della Polizia locale di Roma Capitale. Nel giro di pochi gli agenti raddoppiano. Con il titolare che prova a spiegare le sue ragioni. “I vigili hanno semplicemente fatto il loro lavoro e noi ne siamo comunque e sempre grati - dice Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia -. Chi deve tornare a collegarsi con la realtà e con gli imprenditori, sono le persone che siedono a pochi metri da qui, a Palazzo Chigi. Non ci sono risposte concrete, i costi fissi continuano mentre le nostre attività restano chiuse. A rischio c’è il 40% delle imprese a somministrazione in tutto il Paese, il nostro vaccino è solo il lavoro”.

Alla fine del controllo non è stato elevato alcun verbale perchè non c’era seduto al tavolo ancora alcun cliente. “Ma il ristorante resta aperto - sottolinea Russo -, conosco i rischi che corro e quelli che corrono i miei clienti, ma spero che da questo piccolo gesto si sveglino in tanti perché così non possiamo già andare avanti”.

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