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VIDEO | Emergenza rifiuti, quando l'esasperazione dei cittadini si trasforma in atto illecito

Le immagini dal Quadraro e da Ponte di Nona vecchia all'indomani degli incendi ai cassonetti dei rifiuti ormai stracolmi di immondizia. Dopo le protesta arriva il ragno meccanico

Dare fuoco ad un cassonetto dei rifiuti è un reato. Anche grave. Su questo ci si trova tutti d’accordo, ma è il risultato della protesta estrema che, in due quartieri in particolare della Capitale, è esplosa contro la mancata raccolta della immondizia.

Vere e proprie discariche a cielo aperto incenerite, con tutto quello che questo comporta: degrado, sporcizia, odore nauseabondo. "Non ritiravano da giugno - spiega un abitante del Quadraro -. Non giustifico le proteste estreme, ma guarda caso oggi sono venuti a pulire con il ragno e la situazione era insostenibile ormai da settimane”. “Nel mentre arriva la Tari, pure cara”, sottolinea un commerciante di zona.

Dal Quadraro a Ponte di Nona Vecchia è lo stesso scenario. “Abbiamo avuto paura perché le fiamme erano alte e vicino alle nostre case - spiega l’inquilino di un alloggio Erp che affaccia proprio su via Don Primo Mazzolari, dove oltre ai rifiuti è andata a fuoco tutta l’area verde circostante -. Sono però mesi che non vengono a ritirare e qui era ormai una situazione vergognosa. Solo con l'incendio hanno finalmente pulito".

Nel frattempo Ama ricorda che da inizio anno sono “200 i cassonetti dati alle fiamme nei diversi quadrati della città”. 

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