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Mercoledì, 24 Aprile 2024

VIDEO | Cosa sorge tra le future curve del nuovo stadio della Roma

Viaggio a Pietralata, dove tra i borghetti sorti ad inizio del '900 cresce il timore di scomparire per far posto all'opera voluta dal club giallorosso. Oltre a loro, il parco di 14 ettari promesso (e mai realizzato)

Cosa c’è dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma? Una cinquantina di famiglie residenti nei due borghi di Pietralata, tra via dei Legumi e via degli Aromi, e un’area verde che sulla carta è destinata a diventare un parco di 14 ettari (oggi curata dagli abitanti). “Chi parla di degrado è lo stesso che l’ha causato con cantieri e strade abbandonate che si trasformano in discariche abusive - dice Flavio Fianco, presidente del comitato popolare dei Monti di Pietralata -. Qui c’è un parco, c’è vita, e la politica deve venire a fare un sopralluogo vero, non nei cantieri dello Sdo come ha fatto l’ultima volta".

Ad accompagnare RomaToday nel “territorio della discordia”, oltre a Flavio ci sono i membri dei comitati di quartiere e delle realtà associative di zona contrari al progetto della As Roma. Tra le principali criticità: la viabilità, il cemento che si sostituisce al verde, e il fatto che lo stadio andrebbe ad aggiungersi a progetti in fase di realizzazione, come il centro di accoglienza per senza dimora e una sede dell’università La Sapienza che, sorgerebbero, dall’altro lato di viale dei Monti di Pietralata “Progetti che non sono presenti nello studio di fattibilità”,  continua Flavio.

Stadio a Pietralata, il fronte del no chiede di bloccare il progetto

Ci troviamo tra i terreni dati ai “reduci combattenti” perché parte dell’agro romano, e in cui vive oggi la quarta generazione, e le opere mai ultimate dello Sdo, ovvero il progetto urbanistico del Sistema direzionale orientale. Dove le promesse della politica in passato si sono trasformate in cantieri abbandonati, e nel degrado che ne consegue.

Da qui, in gran parte, la rabbia di questi cittadini che cercano di difendere il proprio territorio. “Quello che chiediamo è che venga bloccato l’iter per la votazione del pubblico interesse e di aprire il dibattito pubblico sul progetto - conclude Flavio Fianco - se così non sarà, siamo pronti ad abbracciare altre iniziative” 

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