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VIDEO | Dentro il palazzo occupato di viale delle Provincie

Siamo entrati dentro il palazzo occupato a rischio sgombero, dove vivono moltissimi bambini, per vedere da vicino la situazione e conoscere le loro storie

Sara, nata e cresciuta a Roma, ha 40 anni e da nove 9 vive all’interno di queste mura con una richiesta di alloggio popolare fatta nel 2004. Alessandra arriva nella Capitale quasi 30 anni fa dall’Ucraina, quando resta senza lavoro, con due figli, non trova altra soluzione alla strada se non trovare riparo qui. Rafael, rifugiato politico del Venezuela, per strada invece ci ha vissuto per diverso tempo: “Fino a quando mi sono trovato di fronte ad una manifestazione per il diritto all’abitare in piazza Venezia e da allora mi sono unito a loro - racconta Rafael, che ne suo paese faceva l’insegnante di cinematografia -, mi hanno trovato questo spazio dove vivere e non smetto di lottare perché la casa è un diritto”.

Queste sono solo alcune delle storie delle centinaia di persone che vivono all’interno del palazzo occupato di viale delle Provincie. Una struttura occupata quasi dieci anni fa e che ora si trova in cima alla lista degli sgomberi. L’iniziativa delle forze di polizia dello scorso 9 febbraio ha, di fatto, messo in allerta le famiglie che ora temono di trovarsi in mezzo ad una strada.

“I censimenti non si fanno così ma, come accaduto in passato, si svolgono di concerto con il municipio e le istruzioni locali, se non altro per trovare davvero qui tutte le persone che, se non vengono avvisate, vanno al lavoro o portano i figli a scuola - ricorda Margherita Grazioli dei movimenti per il diritto all’abitare -. Si parla continuamente del modello Caravaggio ma poi non si attua. In quel caso fu fatto un lungo lavoro e tutte le persone censite hanno avuto un alloggio, a dimostrazione che non si possono considerare solo le fragilità sociali, ma che il criterio debba essere quello socio economico e che tutte le persone costrette a vivere dentro un’occupazione ne hanno diritto”.

All’interno del palazzo esiste anche la biblioteca Mondo piccolo, con circa 15mila volumi, organizzata e allestita da Rafael, a disposizione dei bambini che vivono nell’occupazione ma anche dei loro compagni di scuola del quartiere: “Che fine farà se saremo davvero  sgomberati? - si chiede Rafael -. Le istituzioni parlano di legalità, ma è lo Stato allora ad essere illegale se non da ai propri cittadini una casa in cui vivere”. “Se pensano che ce ne andremo senza soluzioni si sbagliano - dice invece Alessandra -. Se una persona ha un buono stipendio non va certo ad occupare un palazzo, con la paura che un giorno o l’altro possa arrivare la polizia a fare lo sgombero. Chi vive qui ha bisogno di un’alternativa”.

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