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VIDEO | Autorecupero, l’occasione persa di Roma

Viaggio nel mondo del progetto di autorecupero che unisce rigenerazione urbana ed edilizia pubblica per chi ne ha bisogno

Una vecchia scuola ormai in disuso. Un asilo nido costruito e mai utilizzato. Un edificio pubblico abbandonato. Questi sono solo alcuni degli stabili su cui si è adattato, e si potrebbe fare ancora in futuro, il protocollo di autorecupero. Quel progetto che da una parte recupera e rigenera il patrimonio pubblico che non si utilizza più e finisce in degrado e abbandono, dall’altra la costruzione di alloggi per le famiglie in emergenza abitativa.

In tutta Roma ce ne sono otto, con il bando vinto dalla cooperativa Inventare l’abitare ormai più di 20 anni fa. Sei sono quelli abitati, malgrado i forti ritardi nei lavori: Spinaceto, Pietralata, Torre Maura, Tufello, Don Bosco, Serpentara. Mentre per gli ultimi due si assiste ormai da tempo ad una storia senza fine: quello di Montagnola, in via di Grotta Perfetta, e quello di via dei Lauri a Centocelle. “Su via dei Lauri la situazione è davvero paradossale - spiega il presidente della cooperativa Inventare l’abitare, Bruno Papale -. I lavori da parte del comune sono stati completati ormai 4 anni fa, con molti problemi, e da allora il palazzo è stato consegnato alla cooperativa, ma senza una firma con la quale possiamo accendere il mutuo non possiamo proseguire con i lavori dei singoli alloggi. E siamo ancora così, ma per nulla intenzionati a perdere altro tempo prezioso”.

E se l’amministrazione a guida Cinque stelle sul progetto di autorecupero ha deluso ogni aspettativa, ora la palla passa al sindaco Roberto Gualtieri: “Ci hanno informato di aver scritto una delibera sulla questione - continua Papale -, ma deve ancora passare in commissione e poi in aula”. Va ricordato che chi accetta di partecipare all’autorecupero rinuncia, firmando un apposito modulo, ad un alloggio di edilizia residenziale pubblica.

Famiglie sistemate a suo tempo in strutture per l’emergenza abitativa messe a disposizione dal comune di Roma: “Dovevamo restare qui un paio d’anni e invece ne sono passato quasi venti - racconta Tina Plumari, mentre mostra quella che doveva essere la sua casa all’interno dell’ex scuola di via di Grotta Perfetta, con i cantieri fermi dal 2006 e ormai in forte degrado -. Io non mi voglio arrendere”. E pensare che il progetto realizzato per lo stabile di via di Grotta Perfetta è stato consegnato insieme, nello stesso anno, a quello di Spinaceto, in via Filippo de Grenet, dove dal 2012 vivono otto famiglie: "Ci è cambiata la qualità della vita - spiega  Sandro Gobetti, inquilino dell'autorecupero di Spinaceto -. Le potenzialità di questo progetto sono davvero infinite. Qui non solo abbiamo riqualificato un ex asilo nido mai aperto e ormai avvolto nel degrado, ma anche il circondario visto questo stabile ora è vissuto e illuminato".

VIDEO | Quando l'autorecupero funziona: casa per otto famiglie dentro l'ex asilo abbandonato

“Va ribadito che creare alloggi in questo modo, che restano ovviamente a patrimonio pubblico, costa notevolmente meno rispetto alla costruzione di nuove case popolari - conclude Papale -. Quello di cui siamo ormai convinti è che siccome questo progetto non coinvolge i grandi costruttori di questa città si tiene nascosto, malgrado le sue grandi potenzialità. Su questi due ultimi progetti (Montagnola e Centocelle, ndr) vogliamo verificare la credibilità politica di questa amministrazione, che non riguarda la nostra cooperativa, ma un modo nuovo di guardare a questa città”.

VIDEO | L'ex scuola resta avvolta dal degrado, mentre venti famiglie sognano ancora quella casa in autorecupero

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