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Vespa orientalis a Roma: cosa fare in presenza di un nido

I consigli dell'esperto etologo Andrea Lunerti

Come dobbiamo comportarci in presenza d’uno sciame o di un nido di calabroni orientali? La domanda non è peregrina visto il proliferare delle segnalazioni che i romani stanno effettuando al numero verde: più di cento in una sola giornata.

Per rispondere alle domande più frequenti che i romani, preoccupati per il diffondersi della Vespa orientalis, si stanno ponendo Romatoday ha chiesto ad un esperto, l’etologo e divulgatore scientifico Andrea Lunerti, quali siano i consigli da seguire. Una sorta di vademecum sui comportamenti più adatti da tenere in presenza di un calabrone orientale. 

Chi è Andrea Lunerti

Il vademecum di Lunerti

La prima cosa che dobbiamo comprendere, quando avvistiamo la Vespa orientalis, è che non dobbiamo arrecarle disturbo in alcun modo. Se poi notiamo che sta cercando di bere, dobbiamo evitare di infastidirla perché diventa molto più aggressiva se le viene sottratta l’acqua del cibo.

Le orientalis possono fare i nidi nelle intercapedini ma anche nei vani che non vengono a lungo utilizzati. Quando si apre lo sportello di un contatore o una porta che è rimasta a lungo chiusa, bisogna farlo con cautela, lasciando entrare un poco di aria alla volta. Diversamente l’apertura improvvisa, con lo spostamento d’aria che ingenera, può causare l’attacco degli insetti.

Occorre evitare di tenere sul balcone o nel giardino gli avanzi del cibo degli animali domestici ed anche i rifiuti. Questi insetti, come stiamo notando, sono infatti attratti da queste facili fonti di cibo.

Sul balcone e nel terrazzo vanno evitate le lampadine ad incandescenza. E’consigliabile sostituirle con quelle a led che attirano molto meno gli insetti e quindi anche le vespe orientalis. Sempre in tema di fonti luminose, se le vespe sono entrate in casa, conviene spegnere le luci ed accenderle sul balcone, perché seguiranno istintivamente la luce.

In caso di attacco è inutile mettersi a correre. L’orientalis quando punge, ed il suo pungiglione non è come quello delle api che si può rimuovere meccanicamente, rilascia un fenormone che scatena l’arrivo degli altri calabroni. Occorre quindi allontanarsi, ritirandosi in casa se la puntura è avvenuta all’esterno. In caso di attacco di più insetti, occorre proteggere le parti più esposte, vale a dire le orecchie, gli occhi, il naso, la bocca.

Assolutamente vietato cercare soluzioni fai da te per eliminare i nidi, può essere pericoloso. E’ anche sconsigliabile mettersi alla ricerca dei favi, perché questi insetti sono in grado di nasconderli molto bene. Al contrario occorre mantenere una distanza di sicurezza e contattare il Numero unico europeo il 112 quando si è davanti uno sciame o ci si è imbattuti in un nido. Gli operatori sapranno smistare le chiamate agli organi di soccorso. In alternativa c’è il numero verde della protezione civile.

Le indicazioni dell'ISPRA

Anche l'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, nella giornata del 2 settembre, ha fornito delle informazioni sulla Vespa orientalis.

"Simile al calabrone europeo - si legge nella nota dell'Ispra - la Vespa orientalis in Italia è una specie nativa, storicamente presente nelle regioni del Sud Italia. Negli ultimi anni, complice probabilmente anche il clima sempre più mite, sta ampliando la sua area di presenza anche verso le regioni più settentrionali. La sua pericolosità per l’uomo è del tutto comparabile a quella del calabrone europeo. È, invece, particolarmente aggressiva nei confronti delle api da miele. Le precauzioni da mettere in atto per evitare di essere punti sono le stesse che si usano per proteggersi dai calabroni europei. Se si avvista un nido, è opportuno richiedere l’intervento ai soggetti competenti".

Articolo aggiornato alle ore 10.30 del 2 settembre 2022

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