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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Tor Pignattara, alunni positivi. L'ira dei genitori: "In isolamento da 20 giorni dimenticati dalla Asl"

La storia di alcune famiglie di Tor Pignattara con i figli in isolamento da quando in classe c’è stato un caso di positività al Coronavirus. "Una mamma in gravidanza a piedi fino a San Giovanni per fare test"

“Da venti giorni siamo ostaggio della Asl. In isolamento senza però essere mai stati contattati per i tamponi di negativizzazione che possano finalmente liberarci”. Inizia così la telefonata con una delle mamme di una scuola di Tor Pignattara. La sua è una delle tre famiglie i cui figli sono in isolamento dallo scorso 3 ottobre. 

Bambini in isolamento da venti giorni

Un calvario iniziato a scuola quando, in seguito alla comparsa dei sintomi, uno degli alunni di una quinta elementare è stato sottoposto al tampone: risultato positivo tutti i bambini sono stati messi in quarantena, in attesa dello screening da parte della Asl Roma2 avvenuto circa dieci giorni dopo. 

“Al tampone rapido sei bambini, tra cui mio figlio, sono risultati positivi e dunque sottoposti al tampone molecolare. In quattro ‘negativi’ vengono avvisati tramite sms dalla Asl e liberati dall’isolamento. La famiglia di un bambino risultato positivo avvertita telefonicamente, mentre noi veniamo totalmente ignorati” - racconta un’altra famiglia. 

Coronavirus, isolamento e burocrazia tengono alunni lontani da scuola

Solo la visione fortuita di una comunicazione della Asl arrivata alla scuola fa scoprire ai genitori che il bambino è positivo: “Nella nota l’azienda sanitaria avvisava la scuola che la classe poteva tornare a lezione, tranne due bambini indicati con le iniziali: ho riconosciuto il nome di mio figlio. Ma è stato solo un caso”. Da li le telefonate e la sollecitazione alla Asl che, solo ieri, ha testato il piccolo alunno: via sms la notizia della negatività al Covid-19. “Siamo tuttavia in attesa del certificato per la riammissione a scuola”. 

Alla 38esima settimana di gravidanza a piedi per fare tampone

Ma la condizione "più assurda" riguarda un bambino di origine bengalese, tutta la classe si è unita per aiutare questa famiglia “totalmente dimenticata dalla Asl, nessuno ha dato loro informazioni”. 

Così dopo altri giorni di attesa, con la prescrizione del medico di base, la madre ha deciso di sottoporre il bambino ad un nuovo tampone affinchè possa tornare a scuola. “Una situazione paradossale perchè la donna, alla 38esima settimana di gravidanza a rischio, con l’intera famiglia, è dovuta andare a piedi, per rimanere responsabilmente lontana dai mezzi pubblici, da TorPignattara a San Giovanni per fare il test”. 

“Anche il caso zero della classe - denunciano i genitori - non è mai stata ricontattata dalla Asl”. “Comprendiamo che il periodo è assai complesso, ma manca chiarezza: non si possono lasciare le famiglie senza informazioni, i bambini lontani da scuola perchè ostaggio prima dell’isolamento e poi della burocrazia”
 

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