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VIDEO | Viaggio lungo il Tevere malato, dove la moria dei pesci è solo l'ultimo (disperato) grido d'allarme

Tra ponte Marconi e la zona della Magliana tra pesci morti, rifiuti e relitti. Perché la moria di pesci? La spiegazione di chi il fiume lo vive tutti i giorni e ne conosce i problemi

La forte puzza che si alza nell’aria indica che ci stiamo avvicinando proprio li, dove le carcasse dei pesci morti ormai galleggiano da giorni. Ed è uno scenario desolante quello che si trova lungo il fiume Tevere in queste settimane, con la moria dei pesci che, come ogni anno, rappresentan l’allarme.

Moria pesci del Tevere, l'Arpa pubblica i risultati delle prime analisi: nessuna anomalia

Ci siamo imbarcati insieme a Claudio Sisto, fiumarolo e fotoreporter editore di Photopress Mondo Sommerso, che il Tevere lo conosce bene. Da Ponte Marconi alla zona della Magliana abbiamo provato a capire con lui quello che sta succedendo, scoprendo anche qualcosa in più del fiume di Roma che in pochi conoscono.

La moria dei pesci è l’ultimo grido d’allarme: "Se chi governa Roma riuscisse a costruire un rapporto con la comunità fluviale potrebbe capire come migliorare le cose", dice Sisto.

Ed è interessante notare come il punto di vista, la teoria, di Sisto - che simpaticamente si definisce il sindaco del Tevere -, sia la stessa emersa dalle prime analisi dell'Arpa, ovvero nessuna anomalia, nessun avvelenamento, ma una mancanza di ossigeno nell'acqua che ha portato alla morte dei pesci per anossia. 

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