Superbonus, crediti bloccati per gli architetti: "Rischiamo il lastrico"
In media 100mila euro non ricevuti a testa per quasi la metà dei professionisti romani
La cessione del credito blocca i bonus edilizi e mette in grosse difficoltà i professionisti. E rischia di mandare gambe all'aria un mercato già "drogato" dalle novità degli ultimi due anni e mezzo e reso isterico dalle continue modifiche normative. Il caso viene portato all'attenzione pubblica dall'ordine degli architetti di Roma, che in occasione di un convegno ha presentato i risultati di un sondaggio svolto a livello nazionale e che solo nella nostra città ha riguardato circa 8.000 liberi professionisti.
Quasi la metà degli architetti "dipende" dai cantieri di bonus e superbonus
Da quanto emerge, infatti, il 47% degli architetti che hanno risposto all'indagine ha affermato che gli incarichi legati ai bonus edilizi e al superbonus hanno rappresentanto "dalla metà al totale del proprio fatturato", figurando dunque come una delle principali fonti di guadagno e conseguentemente di preoccupazione. Nel 72% dei casi, per i contratti stipulati nello stesso periodo, gli studi hanno optato per la cessione del credito. Scelta poi risultata problematica: le banche e gli altri operatori coinvolti hanno bloccato l'erogazione del credito.
Oltre 100mila euro di crediti non ricevuti
Lo sconto in fattura, invece, è stato utilizzato "per un numero di contratti compreso tra 1 e 5 da circa i due terzi dei professionisti che hanno partecipato" si legge nella nota dell'ordine, mentre oltre un quarto vi è ricorso tra 6 e 20 volte. Per circa l’80%, le cessioni bloccate sono tra una e cinque, con un valore - tuttavia - mediamente elevato. Parliamo di oltre 100.000 euro di crediti non ricevuti per il 44% dei professionisti interpellati. "Una situazione che rischia di mandare sul lastrico molti architetti - dicono dall'ordine - considerando la dimensione ridotta di molti studi e il fatto che i professionisti, sulle fatture non pagate, devono versare sia i contributi che le tasse".
Le proposte dell'ordine per rilanciare il mercato ed evitare le truffe
“L’impianto normativo sui bonus edilizi ha drogato il mercato, creando delle bolle speculative - afferma l'ordine degli architetti in occasione del convegno sul tema, tenutosi alla Casa dell'Architettura - per rilanciare il settore in maniera stabile e duratura, è necessaria una nuova legge quadro con un orizzonte temporale di 10/15 anni e che non sia soggetta a cambiamenti continui, come avvenuto in questi mesi". Il continuo aggiornamento della normativa, le numerose modifiche, i passi indietro e i rilanci da parte dei governi che si sono succeduti dal 2020 a oggi sono stati oggetto principale di allarme da parte dei professionisti, oltre che delle associazioni di costruttori. Per l'OAR le proposte sono queste: "Una legge che preveda aliquote scalate (dal 50% al 80%) e che guardi in particolare alle prime case - sottolineano - un passo necessario e più equo per concentrare le risorse disponibili dove è più utile, quest’ultimo, per dare priorità a quegli immobili realmente 'vissuti' e non all’universo delle seconde case”. Tra le proposte degli architetti, inoltre, la rivisitazione del meccanismo della cessione del credito che si è inceppato, "privilegiando la detrazione tramite f24 del credito d’imposta detraibile senza particolari restrizioni e paletti".
"Bloccare la vendita per 5 anni a chi ha ristrutturato con i bonus"
Inoltre, per evitare le truffe, oltre a scongiurare la lievitazione dei prezzi e la normalizzazione del mercato, gli architetti romani propongono "la partecipazione del cittadino alla spesa, con un’aliquota variabile dal 20% al 50%, un orizzonte normativo lungo, quindi 10/15 anni senza modifiche continue e infine la facilitazione del meccanismo di compensazione del credito e/o cessione". Ma c'è di più: gli architetti vorrebbero introdurre una penalizzazione quinquennale sulla vendita della casa oggetto di ristrutturazione mediante bonus "scongiurando così i rischi di speculazione immobiliare. Questi passi sono necessari per normalizzare un mercato impazzito, in balìa di una bolla speculativa senza precedenti”.