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Droghe tra i giovani: cannabis e cocaina le più usate a partire dai 13 anni

I dati dopo lo studio su 120 ragazzi di età compresa dai 15 ai 25 anni

Sedici anni l'età media per la prima assunzione, con cannabis e cocaina sostanze più usate a partire dai 13 anni. E' stato pubblicato lo studio su 120 ragazzi dai 15 ai 25 anni con problemi di dipendenza patologica, curati al servizio Trattamento Integrato Ambulatoriale (TIA) di Villa Maraini-CRI. 

I dati fanno capire la difficoltà e allo stesso tempo la possibilità di un intervento terapeutico su soggetti giovani molto difficili da strappare alla sostanza. Studio a cura degli Vincenzo Palmieri e Laura Rosi pubblicato sulla rivista scientifica “Dal Fare al Dire".

Lo studio ha riguardato 120 ragazzi, di cui 89 ragazzi e 31 ragazze, nella fascia d'età compresa dai 15 ai 25 anni. Secondo i dati a 16 anni è l'età media della prima assunzione con cannabis e cocaina risultate essere le sostanze più usate a partire dai 13-14 anni. 

Diciassette anni l’età media di sviluppo della dipendenza patologica da sostanze, 20 l'età media di inizio del percorso di cura. Su un campione costituito da 52 lavoratori dipendenti o autonomi, 38 studenti e 30 disoccupati 58 utenti abusano di cocaina, 22 i eroina, 25 di cannabis e di alcol. Ed ancora 4 hanno problemi di gioco d’azzardo, 3 di ketamina e 3 per metanfetamina (MDMA). Per quanto concerne la scolarizzazione, dei 120 casi esaminati il 50% ha una licenza media inferiore ed il restante  una licenza media superiore. 

“Nonostante si è dimostrato come in questa fascia di età, i giovani si trovino in una condizione di luna di miele con la sostanza e quindi la motivazione, nella maggior parte dei casi non è autonoma ma viene dall’esterno, per esempio dalle famiglie, esiste la possibilità di trattarli attraverso un percorso di cura ad hoc. In ogni caso ritengo che il passare del tempo sia terapeutico.” afferma Massimo Barra Fondatore di Villa Maraini-CRI.

“Non cercare di capire al posto dei ragazzi, bensì con loro” prosegue Vincenzo Palmieri psicologo, Responsabile del Servizio TIA di Villa Maraini-CRI “per dare significato e senso alla vita, in un periodo come il nostro, in cui il mondo interiore non viene considerato, in favore di un apparire sempre più sterile e strumentale come accade sui social network. Questa è la strada per aiutare un giovane a riprendere in mano la propria esistenza” aggiunge Palmieri. 

Altro aspetto evidenziato nello studio ci dice che un intervento tempestivo evita l’insorgere di aspetti tipici dell’uso continuato di sostanze come la criminalità precoce.  Il 68 % del campione non ha avuto alcun problema con la giustizia e ovviamente non è morto di overdose da sostanze. 

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