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Le strisce pedonali diventano arcobaleno

Le strisce arcobaleno a Fiumicino hanno dato al via ad una discussione fra il centrodestra e la maggioranza comunale. Duro botta e risposta fra le parti

Lunedì 17 maggio è stata la Giornata mondiale mondiale contro l’omofobia, la transfobia, la lesbofobia e la bifobia. Per l’occasione nella città di Fiumicino, l’Amministrazione comunale ha fatto dipingere con i colori dell’arcobaleno le strisce pedonali di attraversamento davanti all’ingresso della sede comunale. “Nella nostra città” ha dichiarato il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca – “Ogni persona deve sentirsi a casa e non c’è spazio per chi discrimina e diffonde odio”. Il vicesindaco tiene a sottolineare come l’Amministrazione ha già aderito alla rete Ready ed il consiglio comunale ha approvato una mozione a supporto del ddl Zan: continueremo su questa strada”.

La polemica

Le strisce colorate hanno generato diverse polemiche contro l’Amministrazione. Ad opporsi alla decisione i consiglieri di centrodestra e liste civiche Baccini, Severini, Costa, D’Intino, Coronas e Poggio. I consiglieri accusano l’Amministrazione di aver strumentalizzato il Rainbow nella giornata contro l’omofobia per una rivendicazione politica, e chiedono le dimissioni dei responsabili. I contrari all'iniziativa, a loro supporto hanno portato il codice della strada che non permette altro al di fuori delle zebrature bianche per le strisce pedonali. "Si è commesso un torto per cui se nei pressi della segnaletica avvenisse un sinistro i cittadini ne pagherebbero le conseguenze senza alcun risarcimento e il Comune sarebbe esposto a giudizio. Chiederemo una commissione trasparenza" fanno sapere dal centrodestra. 

La replica del Comune

La replica del Consiglio Comunale non è tarda ad arrivare. I capigruppo della Maggioranza difendono l’iniziativa del Comune e dichiarano che è stato un gesto simbolico, di rottura verso un clima di odio sempre crescente, un gesto che parla di inclusione. Dopo la difesa, i capigruppo contrattaccano la destra accusandola di non avere "il coraggio di dire che a loro delle discriminazioni non interessa proprio niente". Non mancano neppure le frecciate alle liste civiche “che dovrebbero essere indipendenti rispetto a posizioni ideologiche dei partiti”. 

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