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Attualità Bologna / Largo Guido Mazzoni

Stazione Tiburtina, la storia del "west side": 30 anni tra progetti, abbattimenti e nodi irrisolti

L'abbattimento della sopraelevata ha aperto la questione piazzale ovest dove i lavori vanno avanti. I progetti e i nodi irrisolti di Tibus e dell'ex Ittiogenico

La sopraelevata della Tangenziale Est che "oscurava" la stazione Tiburtina è stata abbattuta tra agosto 2019 e giugno 2020. In quei mesi, attesi almeno vent'anni dai residenti e da un pezzo di città, i romani scoprivano un'area prima ignorata perché aggredita dal degrado, luogo di disperazione e solitudine: il piazzale ovest. 

Adesso, arrivati al "rush" finale dell'opera di riqualificazione  - con il cantiere che dovrebbe concludersi entro fine settembre 2022 - una serie di nodi irrisolti, dubbi e complicazioni si parano davanti agli attuali amministratori della città: come migliorare il progetto pensato addirittura a fine anni '90 e confermato dalla giunta Raggi? Come andare incontro alle esigenze dei cittadini? Cosa fare dell'ex centro Ittiogenico abbandonato da 15 anni o del bosco di via Masaniello, dove collocare l'autostazione Tibus, come rendere più fruibile e meno soffocata dai mezzi e dal traffico via Guido Mazzoni?  Nel frattempo il Municipio II ha ottenuto altri fondi per ampliare il cantiere, 1.800.000 euro garantiti dall'assessora Ornella Segnalini per i marciapiedi tra via Lorenzo il Magnifico e via Teodorico, ai margini della stazione. 

Ma quand’è che nasce il progetto attualmente in fase di realizzazione? Quanto è stato speso dal Campidoglio e quali sono le problematiche che in questi quasi cinque anni sono state incontrate e riscontrate dalla politica e dai residenti della zona? RomaToday ripercorre le tappe principali dell'iter, una storia lunga trent'anni che ha attraversato amministrazioni e commissariamenti. 

Riqualificazione Tiburtina: il piano d’assetto del 2000

L'intera vicenda inizia nel 2000, quando viene approvato il “piano di assetto per la riqualificazione dell’area della stazione Tiburtina”, con un accordo di programma sottoscritto l’8 marzo di quell’anno tra ministero dei Trasporti, ministero dei Lavori Pubblici, ministero delle Finanze, regione Lazio, provincia di Roma, comune e Ferrovie Spa. Il 26 aprile 2000 l’accordo di programma viene approvato con l’ordinanza 89 dell’allora sindaco Francesco Rutelli. 

Nel 1992 il decreto che riguarda Roma e le sue stazioni

In realtà, però, tutto cominciò 8 anni prima: nel 1992 un decreto ministeriale datato 1° marzo approva il “programma degli interventi per Roma Capitale” riguardo il potenziamento delle reti del trasporto pubblico su ferro delle stazioni ferroviarie e dei nodi di scambio intermodale. Iniziano i confronti tra enti locali e FS per arrivare agli accordi di programma, estesi anche all’ex Provincia. 

La firma dell’accordo di programma

Tre anni dopo, nel 1995, il programma di assetto generale delle aree ferroviarie viene approvato con una delibera del consiglio comunale datata 12 giugno. Si arriva al 1997, l’11 novembre i tre ministeri e le tre amministrazioni locali sottoscrivono l’accordo di programma che approva la variante al piano regolatore generale per la stazione Tiburtina.

Il tempo perso: 17 anni di modifiche, ritardi e integrazioni

Durante i 17 anni successivi all’ordinanza del 2000 firmata da Rutelli,  si susseguono accordi inter-istituzionali, varianti, modifiche al progetto, oltre a naturali cambi di colore delle amministrazioni. Nel 2015 l’ex sindaco Ignazio Marino riprende in mano il progetto, ma nel frattempo viene prima approvato, il 16 aprile, il piano generale del traffico urbano (PGTU), poi l’inizio dell’iter burocratico per la realizzazione della nuova sede Bnl. 

La giunta Raggi stanzia 9,9 milioni e approva il progetto definitivo

Nel luglio 2017 la giunta Raggi approva il progetto esecutivo, stanzia quasi 10 milioni di euro per l’abbattimento di 460 metri di Tangenziale Est e la riqualificazione del piazzale ovest della stazione, pubblicando la gara per l’affidamento dell’opera. Nel 2019 viene redatto il progetto definitivo della cosiddetta fase 1 di riqualificazione, il 5 agosto iniziano i lavori di abbattimento per i quali è previsto un tempo di 450 giorni. Tra gennaio e giugno 2020 si procede con l’ultima fase riguardante gli abbattimenti e prende così il via la fase 2, quella che riguarda le aree un tempo “oscurate” dalla Tangenziale. 

FOTOultmo blocco abbattimento tangenziale est-2

Cosa prevede il progetto a Cinque Stelle

Il progetto a firma Cinque Stelle puntava a migliorare la mobilità, l’accessibilità e la fruizione della stazione, completando e valorizzando il nodo infrastrutturale e mitigando l’impatto del traffico su gomma. Tra gli obiettivi principali quello di ampliare viale Guido Mazzoni portandolo da due a cinque corsie e collocare nell’area le nuove aree di sosta dei mezzi pubblici, ampliare i marciapiedi dal lato della metropolitana, realizzare una nuova rotatoria e squares centrali, collocare la stazione dei pullman – attualmente nel piazzale Ovest - sul lato Est, ripensando anche la destinazione dell’ex Ittiogenico, in stato di grave abbandono e degrado. Andando ad analizzare più dettagliatamente le intenzioni dei grillini, l’area liberata dev’essere trasformata in un boulevard pedonale alberato dall’uscita della stazione fino a largo Mazzoni, un’area pedonale di 7.665 metri quadri. Quarantatre nuovi alberi in luogo dei dodici abbattuti. E’ quanto viene illustrato dalle commissioni capitoline Mobilità e Urbanistica nel febbraio 2020, con inizio lavori da marzo. Montuori spiegava che “il vecchio progetto sulla sistemazione del piazzale usciva da una conferenza dei servizi che andava avanti dal 1998 – disse l’assessore -. Abbiamo preso quel progetto e lo abbiamo finanziato perché la priorità per noi era l'abbattimento. Al momento quello che abbiamo potuto fare nei limiti della legge è stato l'eliminazione del parcheggio dal piazzale davanti alla stazione per renderlo maggiormente pedonale. Cambiare il progetto più di così non si poteva senza pregiudicare l'appalto in corso. Il rischio era un contenzioso e di rimanere con le macerie sotto casa per anni. Durante le fasi successive tutto si può discutere e se ne riparlerà". 

 

La proposta dei comitati di quartiere

Prima dell’estate 2019, però, con le ruspe ancora ferme, i residenti della zona si erano uniti per proporre un’alternativa a quanto previsto dal piano di assetto partorito all’alba del terzo millennio e portato avanti da Virginia Raggi e dall’allora assessore all’urbanistica, Luca Montuori. Troppo cemento e strade troppo ampie (“hanno abbattuto la Tangenziale e la stanno riproponendo qualche metro più in basso” protestano i cittadini) per i gusti degli abitanti. Volevano più verde, più percorsi pedonali e ciclabili, meno abbattimenti di essenze, più spazi per la socialità protetti dal traffico e dagli scarichi dei mezzi su gomma. Il sogno è quello di un anello verde di 6 chilometri e un bosco urbano di fronte alla stazione, oltre a una passeggiata architettonica. Il nascente comitato Cittadini Stazione Tiburtina, insieme ad Associazione Rinascita Tiburtina, Cittadinanzattiva Nomentano e Vento di Cambiamento Fenix, raccoglie oltre 8.000 firme a sostegno di un nuovo progetto che si trasforma in una delibera di iniziativa popolare in assemblea capitolina. Tra le altre richieste, c'è quella di lasciare la stazione Tibus dov’è, “chiusa” però al traffico e con ingresso e uscita dei torpedoni solo su via Tiburtina. Un progetto a costo zero: i parcheggi interrati e la stazione dei pullman avrebbero ripagato le opere. La proposta, però, viene bocciata e rispedita al mittente. 

 

Lo scontro feroce tra cittadini e Montuori

Da quel momento inizia uno scontro feroce tra comitati e amministrazione, con l’ex assessore Montuori oggetto delle ire dei cittadini. Questi ultimi il 25 luglio 2021 lo accusano di mentire rispetto all’abbattimento degli alberi, in particolare 12 lecci a largo Guido Mazzoni: l’assessore sosteneva che i lavori avrebbero comportato l’asportazione di soli due esemplari, i comitati sostengono che a fare una brutta fine ne saranno otto. Al centro del contendere anche il destino dell’autostazione, che in un’intervista al Corriere della Sera Montuori annuncia verrà smantellata per essere spostata su lato di Pietralata: “Il comune ha sui suoi terreni un’autostazione che vale circa 6 milioni – denunciavano un anno fa i cittadini – ed è pronta per essere mandata a gara. Con quei soldi si potrebbe riqualificare l’intero quartiere, mentre l’assessore vuole regalare l’asset a FS che realizzerebbe l’autostazione su propri asset e addirittura il comune concederebbe la realizzazione di altri 13 palazzi sul ciglio della ferrovia, tutti in linea, stile serpentone di Corviale”. 

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Stazione Tibus: un piazzale senza concessione da 6 anni

L’autostazione gestita da Tibus, inoltre, vede una concessione siglata nel 1999 e scaduta nel 2008, prorogata fino al 31 marzo 2016 e da quel momento mai più ridiscussa: formalmente Tibus è da 6 anni priva di autorizzazioni per l'utilizzo del suolo pubblico. A ottobre 2018 il nucleo anticorruzione della guardia di finanza, al termine di un’indagine coordinata dalla corte di conti, stabilì in 4 milioni di euro il danno erariale causato dal mancato aggiornamento del canone per la concessione della gestione. In pratica una proroga da 90 milioni di euro l’anno. L’allora assessora alle infrastrutture, Linda Meleo, dichiarò che “il consorzio Tibus occupa questi spazi abusivamente e noi lo sappiamo bene, dato che ci siamo rifiutati di prorogare la concessione sottoscritta nel 1999”.  Nel 2017 l’attuale braccio destro di Patanè in comune, Orlando Corsetti, in veste di consigliere Pd presentò un esposto alla Procura della Repubblica. Patanè, durante una seduta delle commissioni Mobilità e Lavori Pubblici del II Municipio, si è detto contrario allo spostamento dell’autostazione, ha ricordato la situazione amministrativamente spinosa relativa alla gestione e ha rilanciato l’idea di un project financing che qualsiasi operatore, Tibus incluso, dovrebbe presentare per la riqualificazione del piazzale. In sostanza, il Campidoglio non è disposto a spendere un euro. Sta di fatto che, in possesso di una licenza ministeriale, ad oggi Tibus prosegue la sua attività anche perché non farlo comporterebbe interruzione di pubblico servizio. 

La stazione pullman della Tiburtina finisce alla Corte dei Conti: contestati i mancati aumenti di canone

Ex centro Ittiogenico abbandonato dal 2007

Altro tema critico sul tavolo del confronto tra istituzioni e cittadini è il destino dell'ex centro Ittiogenico, oltre 5.000 metri quadri tra area esterna e interna, nato nel 1895 e abbandonato totalmente dal 2007. Nella sua ultima fase di vita è stato di proprietà di Arsial, agenzia regionale che si occupa di sviluppo agricolo, e oggi è un rudere di cui la Regione si è liberata nel dicembre 2016 cedendolo ad un fondo immobiliare, l'Invimit Sgr Spa. Dal 2019 il bene è in vendita a 3 milioni e 450.000 euro e avrebbe una destinazione di tipo commerciale. Il II Municipio ha ribadito anche di recente la volontà di acquisirne la gestione per trasformarlo in un centro cittadino aperto a iniziative socio-culturali, sfruttando gli ampi spazi esterni. 

A che punto sono i lavori di riqualificazione del piazzale Ovest

Attualmente, l'opera di riqualificazione del piazzale ovest della stazione Tiburtina sta vivendo le sue battute finali, a meno di colpi di scena. Nei prossimi cinque mesi verrà concluso l'ampliamento di via Guido Mazzoni, che diventerà a cinque corsie con l'aggiunta del capolinea di taxi e autobus, opera che comporta l'abbattimento dei lecci: "Ad oggi l'area è stata recintata - spiega a RomaToday Lorenzo Mancuso del comitato cittadino - e sono state demolite le pensiline Atac e tolto l'asfalto, successivamente faranno gli impianti degli scarichi a fogna e la nuova pavimentazione, prima però abbatteranno i lecci". Il marciapiede, attualmente largo 60 centimetri, diventerà di 4 metri. Lo scorso anno sono già stati ultimati i nuovi stalli dei bus nel piazzale della stazione. 

Ex Ittiogenico a Tiburtina, a due passi dalla stazione un'altra latrina - dormitorio

Cosa si aspettano i comitati cittadini

"Di spazi pubblici che non siano solo aree di transito ad oggi però non si vede nulla - spiega sempre Mancuso - eppure le possibilità ci sarebbero. Per il momento esiste solo un grande piazzale antistante l'uscita della stazione ferroviaria. Ma tra ex Ittiogenico e largo Guido Mazzoni di spazio ce ne sarebbe, possibilità infinite. Come cittadinanza puntiamo molto sull'inizio dei lavori per la mediateca nell'ex deposito Atac di via della Lega Lombarda, ma c'è anche un progetto per un parco sull'ex Circonvallazione e a via Mazzoni da vent'anni attendiamo l'apertura di una palestra che regalerebbe alla zona un volto nuovo, perché al momento è abbandonata e preda di frequentazioni non raccomandabili".

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